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Vacanze pasquali 2020 a Pisciotta

Pisciotta sorge su uno sperone roccioso, tra il mare e una corona di colline sempreverdi, in buona parte ricoperta da maestose plurisecolari piante d’olivo, della varietà più nota e più diffusa nel Cilento, cui il paese ha dato il nome: “La Pisciottana”.

Portato probabilmente dai primi coloni greci, l’olivo raggiunge qui dimensioni imponenti, potendo il tronco superare alla base i 10 metri e l’altezza sfiorare i 20 metri!

Dalle circa 50.000 piante esistenti si ricava un olio di elevata qualità e grande valore nutrizionale.

La parte più alta delle colline è occupata dalla macchia mediterranea, caratterizzata da decine di specie di piante ed arbusti autoctoni, tra cui leccio, erica, corbezzolo, lentisco, cisto, e da numerose varietà di ginestra, tra cui la Ginestra del Cilento (“Genista Cilentina”), specie individuata soltanto nel 1993.

Il Comune di Pisciotta si trova a circa 80 chilometri dall’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita al casello di Battipaglia e proseguendo per la variante S.S. 18 uscita Poderia (non conviene l’uscita di Vallo Scalo, essendo la strada provinciale chiusa, in un tratto tra Pisciotta e Ascea, a causa di una frana). Da Poderia, poi, occorre arrivare a Palinuro (circa 15-20 minuti) e proseguire verso nord in direzione Pisciotta lungo la strada che costeggia il mare (altri 10-15 minuti).

Arrivare a Pisciotta in treno probabilmente rappresenta la soluzione più comoda. Infatti c’è una stazione ferroviaria, Pisciotta – Palinuro, posta sulla linea Salerno – Reggio Calabria. Tale stazione è ubicata a circa 2 km di distanza dal centro di Pisciotta. Una volta giunti alla Stazione di Pisciotta – Palinuro, per arrivare finalmente a Pisciotta si potrà semplicemente usufruire del servizio autobus di linea o dei vari taxi, alcuni molto caratteristici.

Il Cilento non è ben servito per quanto riguarda il raggiungimento via aerea. L’aereoporto più vicino è quello di Napoli (Capodichino). Arrivati si può scegliere di raggiungere il Cilento con tutti i mezzi possibili (treno, auto, via mare) in maniera molto semplice. Infatti basta raggiungere la stazione centrale di Napoli, quella di Piazza Garibaldi, che dista dall’aereoporto circa 20 minuti.

Ma c’è anche un altro aeroporto, quello di Salerno-Costa d’Amalfi, ubicato a Pontecagnano e a circa 20 km più a sud di Salerno. Questo aeroporto risulta secondario rispetto a quello di Napoli, ma vi consigliamo comunque di consultare il sito (www.aeroportosalerno.it) per valutare la scelta e verificare la presenza di offerte.

Raggiungere il Cilento via mare nel periodo estivo è molto semplice. Infatti è attivo il servizio “Cilento Blu” che collega i porti di Napoli, Salerno e la Costiera Amalfitana con alcuni porti della costiera cilentana. Basterà imbarcarsi nei porti di Napoli,Salerno o quelli della costiera per raggiungere i porti di Agropoli,San Marco di Castellabate, Acciaroli, Casalvelino, Pisciotta, Palinuro e Camerota. Ogni estate sono previste solitamente 4 linee, però vi consigliamo di consultare il sito per orari e disponibilità.

Le alici di menaica è un prodotto tipico dei borghi marinari del Cilento. Esso porta alla produzione di piatti poveri ma di gran gusto, di elevate proprietà organolettiche. Il prodotto Alici di Menaica si contraddistingue dalla carne chiara che tende al rosa e per il profumo intenso e delicato, che le rende assolutamente uniche.Si possono mangiare fresche o sotto sale, crude o cotte. Esistono molte ricette, alcune di esse semplicissime da preparare: insalata di alici crude, sugo di alici per gli spaghetti, alici inchiappate, alici ammollicate, il cauraro, il tortino di alici, alici alla scapece, etc.

Olio di Oliva. Entrare nel Cilento, e quindi nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è come entrare in un grande uliveto. In altre parole, ogni Comune, che sia montano o costiero, è ricco di ulivi sia di tipo secolare che di nuovo impianto. Essi conferiscono al paesaggio un vellutato color verde e donano alle popolazioni da tempi remoti un essenziale sostentamento al reddito. L’olivo ha sempre rappresentato luce, cibo, calore, protezione, tradizioni, cultura, ed ha portato nel corso del tempo un prodotto di qualità, gli oli del Cilento. Oggi a questa pianta millenaria, l’olivo, si chiede un adattamento alle esigenze del mercato e, questa, pur millenaria, sta adeguandosi al progredire della tecnica senza grossi traumi. Infatti dopo laboriose cure si sta riportando, soprattutto, la cultivar pisciottana a produrre oli extra vergini di oliva di qualità. Gli olivicoltori del Cilento non sono rimasti insensibili nel 1992 al varo della Legge 169 sulle Denominazioni di Origine, infatti sia avviarono subito le procedure per il riconoscimento di due denominazioni: Cilento e Colline Salernitane, queste dopo un lungo iter sono state riconosciute come D.O.P. dalla Unione Europea ed operative dalla campagna olivicola 98/99.

Il suggestivo ed incontaminato territorio del Cilento, e quindi del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, include ben due delle denominazioni enologiche dell’interessante panorama vivit vinicolo campano. Le denominazioni sono relativamente recenti, ma certamente destinate a connotare progressivamente il paesaggio rurale, e a creare una tendenza di sviluppo molto significativa. Quelle che ricadono in questo areale produttivo sono: la Doc Castel San Lorenzo e la Doc Cilento. Le denominazioni tutelano le caratteristiche produttive di queste zone, espresse con uve presenti da decenni e quindi considerabili tradizionali, come: Barbera, Sangiovese, Trebbiano e Malvasia. A queste si associano uve locali come: Aglianico, Greco e Fiano, già localmente denominato Santa Sofia.

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