Vacanze famiglia mare a Centola, paese posto su una collina a pochi minuti di auto dalle vicine spiagge di Palinuro e Marina di Camerota.
Centola è ubicata nell’area a sud della Provincia di Salerno, conta circa 5000 abitanti. Tra le sue frazioni spicca Palinuro, famoso centro balneare in tutto il mondo.
Centola annovera molte opere architettoniche religiose : Convento dei Cappuccini, Chiesa di Santa Chiara D’Assisi, Torre Campanaria risalente all’anno 1000.
Ma anche architetture civili: Palazzo Baronale Cocozzelli, Palazzo Baronale Lupo, Palazzo Baronale Rinaldi, Castello di San Severino, Castello di Molpa, Grotte. Al momento le cavità censite risultano poco più di trenta, di superficie e sommerse. Tali cavità sono costituite da gallerie scavate nel costone palinurese. Solo alcune vengono sfruttate come attrazione turistica, con esplorazioni guidate su imbarcazioni. Le escursioni partono dal porto e giungono sul posto alla scoperta di vere e proprie opere d’arte naturali come. Questo tipo di escursioni, gite in barca alle grotte di Palinuro, sono molto adatte alle famiglie.
Quali??? “Grotta Azzurra”, “Grotta D’Argento”, la “Grotta dei Monaci” e la “Grotta del Sangue”.
La Grotta Azzurra è la più rappresentativa e la più nota. L’azzurro del mare e gli splendidi giochi di luce solare all’interno della stessa. Costituisce anche un forziere di preziosi spunti per gli speleologi e biologi. In pochi metri si raggruppano variazioni di luci, di idrodinamismo o di apporti trofici che nell’ambiente esterno possono interessare molti metri. Grazie anche alla presenza sui fondali di sorgenti termali da cui sgorgano acquee solfuree, che mescolandosi a quelle marine, generano con i solfobatteri disposti sulle superfici rocciose, caratteristiche navicate da cui prende nome il famoso antro della grotta noto come “Sala della Neve” e raggiungibile con immersioni sub.
Le origini di Palinuro sono da ricercare anche nella Grotta delle Ossa il località Marina di Molpa. Infatti qui è stato rinvenuto il reperto archeologico più antico. Le pareti della grotta sono incrostate di ossa di uomini e animali. In un primo momento, gli studiosi , con le testimonianze degli scrittori vetusti pensavano appartenessero ai romani, i quali per due volte naufragarono nei pressi di questi lidi. Una volta durante la prima guerra punica che una flotta romana di ritorno dall’Africa perse 500 navi. Una seconda volta, durante l’impero di Ottaviano, quando alcuni legni dell’imperatore non riuscirono a ripararsi nel porticciolo di Palinuro. I morti di entrambi i conflitti si accumularono secondo gli esperti in tre grotte, poi ostruite.
Cala fetente, anch’essa per le Vacanze famiglie mare a Centola. Essa rappresenta la maggiore manifestazione del fenomeno idrotermale di Capo Palinuro. I primi venti metri della parte subaerea della grotta lunga 300 metri, sono percorribili a piedi fino ad un lungo lago. I vapori di acido solfridico (uovo marcio) si sentono quando ci si avvicina con la barca, per questo la zona è denominata “Calafetente”. L’immersione risulta molto impegnativa per la scarsa visibilità delle acque lattiginose e per gli stretti passaggi. L’immersione non è possibile in tutti i punti. Le pareti sono bianche e lanugginose per la massiccia presenza delle colonie di solfobatteri.
Una caratteristica forma di corrosione denominata “il Dente” segna l’inizio di uno stretto tunnel lungo circa 200 metri. All’ingresso si trova l’imponente flusso di acqua opalescente. Tale flusso sale in superficie, separato dall’acqua di mare, ad una quota di -9 metri. Alcune persone hanno perso la vita in questa grotta.
Il nome Molpa deriverebbe dalla mitologia greca, secondo quanto cantato da Licofrone, Apollonio Rodio ed altri poeti greci. Molpè è il nome di una sirena , figlia di Acheloo e della Musa Melpomene. Con il nome Molpè, ovvero la leggiadra, i greci designavano il fiume Lambro e per estensione la zona circostante la foce dove sorgeva l’abitato.
Secondo studiosi di toponomastica accreditati Giovanni Alessio e Marcello Maria De Giovanni,, il nome Molpa deriverebbe dal radicale prelatino melp (variante melf) dal significato incerto ma non sono mancate le ipotesi come: colle, altura, voragine, concavità del terreno, oppure , fango. Da questa radice verbale risalirebbe il nome di altre città come Amalfi, Molfetta, Melfi. le stesse origini sarebbero attribuite al fiume laziale Melfa e la cittadina di Melzo in Lombardia.
Diodoro Siculo che Molpa fu fondata nel 540 a.C., dagli Ioni, provenienti dalla città di Focea. Costoro che già in precedenza avevano fondato la città di Elea. Quest’ultima, dapprima denominata Hyele e poi Velia nota ai romani.
I Tirreni, con ogni probabilità, avevano ancor prima dell’arrivo dei greci, abitato ampiamente questa zona. Molti i reperti ritrovati in questa zona come: incavi circolari e rettangolari, argilla seccata al sole e resti di utensili, che lasciano pensare che vi fosse un punto di riferimento commerciale con le Eolie da cui provenivano tali materiali. Qui sono stati rinvenuti, nelle grotte sottostanti, altri resti di ossa umane e di animali, oltre che di armi in selce. Questo a riprova che la zona fosse abitata già dall’epoca quaternaria.
La grotta delle Ossa, detta così perché le pareti incrostate di ossa di uomini ed animali.
Per le Vacanze famiglia mare a Centola non può mancare una passeggiata sulla Molpa. L’abitato di Molpa con Palinuro che all’epoca era un piccolo villaggio soto sull’omonimo capo, vicino alla necropoli in località Timpa della Guardia costituiva la polis di Pal-Mol come a testimoniato dal ritrovamento di una moneta in argento che raffigura un cinghiale in corsa e che presenta da un lato l’incisione Pal (Palinuro) mentre dall’altro Mol (Molpa). Sembra che la colonia dipendesse amministrativamente dalla potente e ricca Sibari.
La polis di Pal-Mol ebbe una durata lunga circa un trentennio. Nel 510 a.C. la colonia fu abbandonata sembra a seguito di una epidemia.
Molpa in epoca romana. Per motivi di difesa Molpa viene rifondata in epoca romana e munita di stazioni di osservazioni per l’avvistamento di navi cartaginesi.
Poi la zona fu scelta come residenza estiva per diverse famiglie patrizie. Secondo la leggenda fu anche la dimora dell’imperatore Massimiliano che dopo la rinuncia all’impero del 305 d. C. scelse di abitare in questa zona per l’amenità dei luoghi. Si ipotizza che nel 420 Molpa abbia dato i natali all’imperatore Libio Severo. Alcune fonti indicano quale città natale, invece, Buxentum l’attuale Policastro Bussentino.
In epoca medioevale inizia la decadenza di Molpa. La città dapprima restò sotto gli Ostrogoti e poi, nel corso della guerra gotica (535/553). Poi fu distrutta nel 547 da Belisario, generale bizantino. I superstiti si rifugiarono nei vari Monasteri della zona concorrendo alla fondazione di molti paesi tra cui Centola. Molpa è fondata dai Normanni nell’XI secolo che ricostruirono l’abitato sul colle (140 metri s.l.m.).
Ad opera dei saraceni, Molpa nel 1113 subì una prima invasione. I Normanni costruirono delle fortificazioni a difesa dell’abitato tra cui il Castello della Molpa, una possente rocca di cui ancora oggi sono visibili i resti.
A Molpa, nel corso del secolo XII, è stata eretta la chiesa di San Giuliano, di cui alcuni ruderi ancora oggi sono visibili.
Da questi ruderi si può dedurre che si tratta di una chiesa Bizantina. Essa ha pianta quadrata con abside tricora. Forse eretta dai monaci basiliani. Sembra che questi, scacciati dall’Epiro, agli inizi dell’VIII secolo, dalle lotte iconoclaste, trovarono rifugio nel Cilento accolti dai Longobardi.
Ancora oggi sono visibili, in zona, due chiese a pianta triconica. L’antica cattedrale di Policastro Bussentino e la chiesa di San Nicola de Donnis a Padula. Il territorio fu amministrato fino al 1189 dai Normanni. Da questo momento e fino al 1268 fu sotto la giurisdizione degli Svevi a cui succedettero gli Angioini fino al 1435.
Gli Angioini potenziarono ancor di più le fortificazioni che formava con i castelli di Palinuro e di San Severino una cinta difensiva. Tale tipologia di difesa ebbe una importanza vitale nella guerra contro gli Aragonesi.
Nonostante tutto, le difese non resistettero all’invasione dei pirati Saraceni. Noti come Corsari d’Africa, che all’alba dell’11 giugno la rasero al suolo, facendo schiava la sua gente. Coloro che riuscirono a fuggire trovarono rifugio nell’entroterra e in particolare a Pisciotta e a Centola decretando per sempre la fine dell’abitato della Molpa.
Vediamo ora la costruzione della torre costiera. Dal 1554, il nobile spagnolo Don Sancio Martinez de Leyna (capitano generale delle regie galee del Regno di Napoli) acquistò nel 1554 i territori di Molpa, Palinuro e Pisciotta. Qui vi costruì torri costiere per la difesa alla popolazione dell’entroterra e per sicurezza ai naviganti.
Durante le Vacanze famiglia mare a Centola non può mancare una passeggiata presso la torre di Molpa o della Marinella. E’ situata alla foce del fiume Lambro in posizione lievemente sopraelevata rispetto al livello del mare. Detta posizione era molto strategica. Difatti impediva l’approdo dei Saraceni sia per le devastazioni che facevano ma anche gli evitavano i rifornimenti di acqua potabile ed altro.
All’epoca era molto sentito il problema dei pirati. Costoro si rendevano responsabili di drammatiche scorribande in territorio campano. Dopo l’incursione del 1464 che distrusse la Molpa, vi furono quella ad opera di Ariadeno Barbarossa e del 1552 ad opera dei corsari di Dragut.
Già nel 1546 Pirro Antonoa Licterio (ufficiale della Regia Camera della Sommaria) aveva sostenuto l’importanza della costruzioni di torri difensive nel territorio della Molpa e di Pisciotta. Queste avrebbero garantito più sicurezza al territorio e consentito la rinascita dell’antico abitato.
Per invogliarvi alle Vacanze famiglia mare a Centola, vi raccontiamo una storia tra miti e legende.
La più conosciuta è la storia di donna Isabella Villamarino, aristocratica, e secondo la leggenda alquanto bella. A soli dieci anni, per volere paterno Bernardo, conte di Capaccio, ammiraglio e luogotenente del regno, dovette sposare il coetaneo Ferrante Sanseverino. Quest’ultimo discendente dei Sanseverino e principe di Salerno.
Da questo matrimonio di interessi nacque una bella storia d’amore che nel 1552 si interruppe bruscamente , quando Ferrante litigò col vicerè don Pedro de Toledo, che lo accusò di infedeltà all’imperatore Carlo V.
Lo sposo dovette abbandonare il Regno di Napoli, perché condannato a morte e alla confisca dei beni. Non riuscendo a raggiungere la moglie che, priva del suo amore, si gettò dalla collina della Molpa. Leggenda vuole che il fantasma di donna Isabella ancora continua ad aggirarsi sulla Molpa, in cerca del perduto amore.
Non meno rilevante è la storia del nocchiero di Enea. Palinuro, menzionato dal poeta Virgilio nell’Eneide. Il poeta parla di Palinuro che cadde in acqua. Dopo tre giorni egli riuscì a toccare la costa. Ma venne ucciso dagli indigeni locali.
Negli anni ’60 si pensò bene di creare un edificio nei pressi della cala della Ficocella: l’Antiquarium di Palinuro. Un edifico per poter collocare i reperti archeologici rinvenuti
In ultimo, per le Vacanze famiglia mare a Centola, vi proponiamo un breve cenno sulle spiagge.
Palinuro è caratterizzato da un tratto di costa pressoché roccioso. Potete trovare promontori e falesie che si affacciano a mare, con baie e insenature. In alcune zone ci sono scogli più bassi che permettono di accedere a mare abbastanza comodamente. In altre zone il promontorio a picco sul mare rende l’accesso a mare impossibile.
Invece le baie e le insenature naturali sono costituite da spiagge con sabbia finissima e un mare cristallino. Ce ne sono certe accessibili solo via mare. Alcune spiagge sono attrezzate e si trovano alcuni servizi.
Le spiagge più importanti e conosciute? Possiamo citarne alcune. La spiaggia delle Saline (zona nord di Palinuro, con fondale basso e sabbia dorata, adatta a famiglie con bambini). La spiaggia Ficocella (al centro di Palinuro, con sabbia dorata, in buona parte dune di sabbia, ma il fondale tutto sabbioso).
E ancora la spiaggia della Marinella (vicino la foce del fiume Lambro, con sola sabbia). La spiaggia dell’Arco Naturale (vicino la foce del fiume Mingardo, prevalentemente con sabbia).
Continuando a sud di Palinuro, e verso Marina di Camerota, le spiagge sono costituite da sabbia molto fine.
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