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Palinuro - SanSeverino - Foria - Centola | Storia & Tradizioni
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Palinuro – SanSeverino – Foria – Centola

Palinuro - SanSeverino - Foria - Centola

Palinuro - SanSeverino - Foria - Centola

Vi proponiamo brevemente una passeggiata in una delle zone più magiche del Cilento … avviamoci per Palinuro, SanSeverino, Foria, Centola.

Andando al largo di Palinuro il remo di una barca a pesca solitaria batte sull’onda placida. E’ un mare tranquillo come quello che ingannò il mitico nocchiero di Enea precipitato negli abissi per incauto sonno.

Tuttavia è quel tozzo braccio di terra, rischiarato a sera, a intermittenza, dai fasci di luce del faro, ne testimonia la disavventura eternata in un cumulo di pietre, cenotafio conteso, sulla collina degli ulivi, tra Centola e Pisciotta.

“Aeternumque locus Palinuri nomen habebit … “ e si rinfrangono alla memoria le vecchie righe dell’Eneide, considerando la delicata e commovente storia di un nocchiero inabissatosi nei gorghi e consacrato al mito in quel mare che gorgoglia leggende e misteri nelle grotte policrome.

E’ sicuramente questa la Palinuro più conosciuta, più amata e più vissuta dalla gran massa di turisti italiani e stranieri.

Foto (Luglio 2019) della svelatura della statua bronzea di Palinuro, nocchiere di Enea, avvenuta alla Frazione Palinuro del Comune di Centola.

Ma c’è un’altra Palinuro, meno nota e sconosciuta ai più, ma d’altro canto non per questo meno bella e interessante. E’ la Palinuro salita alla ribalta della storia per eventi eroici e rivoluzionari.

Molti ignorano che qui vi fu un nucleo consistente e motivato di “cittadini” che, sull’onda degli entusiasmi della Rivoluzione Napoletana del 1799, diffuse nel Cilento gli ideali francesi di “Liberté-Egalité-Fraternité”.

Ma ancor più importante è qui che soggiornò a più riprese Gioacchino Murat e che voleva addirittura farne un’isola, ipotizzando un canale di navigazione che dalla foce del Mingardo sbucasse nel mare delle Saline. “Dommage que ce ne soit pas une ile!” Peccato che non sia un’isola”! Era solito esclamare.

Di quel periodo storico che va sotto il nome di Decennio Francese resta il segno in un Centro Studi Murattiano. In ogni modo è da qui che si può partire per chi abbia voglia di ripercorrere l’itinerario della Rivoluzione del 1828.

Ma per capire meglio aggiungiamo qualche altro elemento. Sul costone di roccia che sovrasta il porto fa bella mostra di sé, emergendo dall’intrico della macchia spontanea, il Forte conquistato da Domenico Capozzoli e Antonio Galotti. Era l’alba del ’28 Giugno del 1828 e sulla piazza affollata di rivoluzionari entusiasti e di curiosi increduli riecheggiarono le promesse e gli incitamenti dei “Proclama”.

E l’esercito dei rivoluzionari con il suo carico di entusiasmo e di speranze, con il viatico di una folla festante risalì su per le strade dell’interno. Seguiamolo lungo il Mingardo fin lassù alla Gola del Diavolo, dove uno scenario da Gran Kenyon ci immette nel cuore verde del parco.

A sinistra incombe il paese fantasma di San Severino con la sua storia longobarda, normanna, angioina, aragonese, scritta sulle mura cadenti e sull’acciottolato levigato dal passo dei secoli. Grande fascino ed enorme emozione, la visita di San Severino per chi sappia leggere nel cuore antico delle pietre!

E l’emozione continua su a Foria (altra frazione del Comune di Centola). E’ qui che i rivoluzionari furono accolti tra manifestazioni di giubilo e Te Deum di ringraziamento. Il paese rievoca nel toponimo la sua funzione di “porta” fortificata come snodo di strade importanti e mostra le vestigia di un nobile feudo dei SanSeverino.

Ma ancora pochi chilometri, quegli stessi che percorsero gli insorti del 1828, ed eccoci a Centola, che narra di guerre gotiche, di abbazie benedettine, di nobili e di intellettuali impegnati nelle rivolte. A saper leggere nelle facciate delle dimore gentilizie e a scavare negli archivi di famiglia.

La strada scende a tornanti tra siepi di mortella e rosmarino, e ad una svolta ricompare lo scenario di conflagrazione di cielo e mare nell’ansa di Palinuro. E la brezza del tramonto riporta con il profumo del salmastro l’eco dei miti che si fondono a mezzacosta con i richiami della storia di una terra che è stata sin dall’antichità protagonista di grandi eventi.

Allora, è superfluo continuare a disquisire … venite nel Cilento e ritagliatevi almeno mezza giornata per visitare i luoghi sopra “percorsi”. In ogni modo … una passeggiata o almeno una veloce visita a Palinuro, SanSeverino, Foria, Centola.

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