Nello splendido scenario del Cilento, in particolare dell’antica Magna Grecia, ritroviamo Ascea Marina, frazione di Ascea Capoluogo, che si staglia tra le montagne e un mare splendido, caratteristica peculiare di tutti i paesini balneari cilentani. Straordinaria d’inverno, superlativa d’estate grazie alla miriade di turisti che si accalcano per giungere in questo ridente centro urbano sito praticamente sul mare. La spiaggia di Ascea si estende per quasi 6 km ed è sabbiosa, il che la rende perfettamente fruibile. Di conseguenza le acque del mare sono sempre limpide. C’è spazio anche per gli amanti delle immersioni. Punta Telegrafo infatti presenta numerose scogliere suggestive oltre che varie insenature naturali, diventate col tempo vere e proprie spiaggette a cielo aperto. Sulla Punta Telegrafo è presente inoltre una torre di avvistamento Saracena. Si possono visitare, tra le altre, anche Baia D’Argento e Baia della Rondinella. Luoghi splendidi che ripagheranno ampiamente la visita cilentana.
Ad ogni modo, Marina di ascea non è solo mare e sole. Per gli amanti della storia e dell’archeologia è presente il promontorio di Velia con i suoi resti ancora ben integri.
BREVE SINTESI
Gli scavi di Velia (sito archeologico); Palazzo Alario (Marina di Ascea); Chiesa Madonna del Carmine; Punta Telegrafo con la sua Torre e il Sentiero degli Innamorati; Palazzo Ricci; Portali in pietra; Palazzo villa agricola della Torretta (località Piana); i parchi e i boschi con castagneti, macchia mediterranea, ontani, latifoglie, conifere, eucalipti. Ma l’attrazione principale sono 2: Gli scavi di velia e le spiagge (comode e sabbiose).
Palazzo Alario: edificato all’inizio del 1800.
Chiesa Madonna del Carmine: la chiesa è posta sulla sommità di una collina che spazia sulla valle di Velia.
Torre del telegrafo: torre di avvistamento afcente parte del sistema difensivo realizzato tra il 1500 e il 1600 per difendersi dalle incursioni dei pirati saraceni.
Palazzo Ricci: l’epoca di costruzione del Palazzo Ricci è da indicare ai primi anni del 1800. La scala si svolge su arcate in un lato ed immette su due loggioni. Il cortile è scoperto e su un lato la parete è cieca. Cortile e scala con portone formano una struttura a teatro con cavea, platea e loggioni.
Portali in pietra: importanti portali in pietra selciata ornano diversi portoni.
Palazzo Villa Agricola della Torretta (località Piana): è una struttura del 1400, situata a Velia tra i Vignali e Piano del Pero. Più volte si è pensato di ristrutturarlo ed adibirlo a museo.
L’attrazione più importante di Ascea sono gli Scavi di velia. Il Parco archeologico di velia comprende la parte centrale della città antica e non l’intera superficie, di notevole estensione, racchiusa all’interno della cinta muraria. All’interno della cinta muraria esistono delle riparazioni che delimitano quartieri diversi.
Il quartiere meridionale, dove sono visibili ampi tratti del muro di cinta con la Porta Marina e dove si conservano spettacolari testimonianze riferibili ad epocaq romano-imperiale. Troviamo inoltre un complesso termale. In prossimità di quest’ultimo si percorre una strada che risale fino alla Porta Rosa. Ma c’è ancora molto altro: centri abitati o quartieri, teatro, chiesetta, santuario, torre di Castelluccio.
Porta Rosa è un’opera del IV secolo a.C. rinvenuta nella zona archeologica magnogreca di Elea-Velia, che rappresenta il più antico modello di arco a tutto sesto in Italia. Porta Rosa consisteva in un viadotto di collegamento tra le due sommità naturali dell’acropoli di Elea senza alcuna traccia di fondamento.Solo ad ultimazione degli scavi fu nota la sua indole con il nome già ascritto.L’arco composto di undici conci di pietra arenaria svolgeva la funzione di contenimento delle pareti della gola che collegava , oltre che quella di viadotto.Nel III secolo a. C. circa l’arco fu precluso e l’intera struttura interrata, sembra a causa di una frana o perchè l’apertura rappresentava un punto debole per la difesa della città.La perfetta custodia sembra dovuta all’interramento. L’archeologo Mario Napoli l’8 marzo del 1964 portò alla luce Porta Rosa che battezzò Rosa in ossequio al nome di sua moglie sorella dell’archeologo Alfonso De Franciscis. La zona archeologica fu chiusa per la caduta di un masso nel 2009 e fu riaperta l’Agosto del 2011 dopo la messa in sicurezza del costone che la sovrasta.I criteri con cui fu realizzata sono quelle osco-italiche in uso su tutto il territorio italico, Etruria compresa, fino alla Lucania.Le misure italiche furono usate dall’antichità fino al IV secolo a.C. . In seguito dal IV fino al II a.C. in ossequio alla classicità, si usarono le misure della Grecia classica. Dal II a.C. in ultimo fu usata la nuova misura romana, non inventata ex novo (poichè gli italici deli Appennini seguitarono con l’uso della loro misura anche tra tra il IV ed Il II sec. a.C.), ma ideata facendo tre medie matematiche: 1) tra la misura italica e quella greca antica; 2)tra la misura italica e quella greca classica; 3) infine facendo la media tra (1) e (2). L’approssimazione quindi è quasi zero pari a 0,0014 sicilicus.
La SCUOLA FILOSOFICA presocratica fondata da Parmenide e portata avanti da Zenone rappresenta probalbilmente il fiore all’occhiello di Elea- Velia.Proprio al filosofo greco Zenone è dedicata una struttura molto rappresentativa di Ascea e cioè il Museo del Paradosso inaugurato nel 2015 dalla Fondazione ALARIO (una ONLUS fondata dall’ultimo discendente di una nota famiglia cilentana che opera nel campo della promozione culturale, dello sviluppo locale,della ricerca e della formazione.Il museo è ispirato proprio alla Scuola di Elea ed alla profondità dei paradossi di Zenone . Nasce con l’obiettivo di accogliere opere di artisti minorenni che si ispirino al tema del paradossale ed il suo sviluppo è aiutato dal concorso locale “Pensare per Paradossi”lanciato a partire dal 2013. ASCEA è una località turistica rinomata e non solo per la sua cultura: la sua marina d’estate viene presa d’assalto dai turisti per la bellezza naturale del suo litorale. Marina di Ascea è la frazione più popolata del Comune da anni le sue spiagge conseguono l’ambita Bandiera Blù della FEE, un riconoscimento alle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativamente alle acque di balneazione ed ai servizi offerti ai visitatori.Le spiagge di Ascea Marina sono formate essenzialmente da sabbia dorata e orlate da macchia mediterranea e ulivi secolari.Punta del Telegrafo resta la zona più suggestiva , una scogliera che delimita l’estremità dell’arenile all’interno di una piccola insenatura che vedealle sue spalle le incantevoli Baia d’argento e Baia della Rondinella. mete raggiungibili solo via mare.Al sud dell’abitato di Marina si trovano formazioni dunali all’interno delle quali ,durante l’estate fiorisce il giglio di mare (specie tutelata dal divieto di raccolta) Parlando di scenari naturali è opportuno parlare con maggiore dettaglio del del già citato Parco Nazionale del Cilento. Si tratta di una immensa area naturale protetta di circa 200.000ettari,dichiarata patrimonio dell’Umanità daall’UNESCO sin dal 1998,al cui interno sono state censite circa 1.800 diverse specie vegetali(tra le quali si menziona la Primula di Palinuro, considerata di interesse comunitario)ed è stata segnalata la presenza di circa 600 specie di animali (tra cui spiccano: l’aquila reale, la volpe, il molosso di Cestoni e numerosissimi tipologie di pipistrelli).Nel Parco per la sua immensa superficie risulta quasi impossibile la descrizione dei monumenti o gli itinerari da percorrere al suo interno.Ascea risulta ben inserita all’interno di questa sensazionale area verde e che può essere un buon campo base per gite fuori porta all’interno della natura più selvaggia. Ascea dista dal capoluogo provinciale circa 100 Km. resta ben collegata a livello stradale dalla SS 18, SS Tirrenia Inferiore, così come dalla Strada Regionale 447/a, la Strada Regionale 447/b e tante piccole strade che collegano all’intero Cilento. La Stazione Ferroviaria è situata a due Km. dal centro e mette la località in comunicazione con i centri tirrenici più importanti di Calabria e Campania: è inoltre possibile raggiungere la città in aliscafo, partendo dal piorto di Napoli.
Il Sentiero degli Innamorati in Ascea Marina resta uno dei sentieri trekking più amati del Cilento. Quasi eslusivamente fatto di gradoni più che gradini, dona una vista mozzafiato sul Golfo di Velia e Punta del Telegrafo,consentendo di scorgere anche Capo Palinuro. Il Sentiero degli Innamorati si innesta nei pressi della Scogliera di marina di Ascea in località Punta del Telegrafo. Il Sentiero degli Innamorati inaugurato nel 2017 a seguito di un’opera di riqualificazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni e del Comune di Ascea resta punto di riferimento per gli innamorati che pensano di proiettare un ricordo nel futuro.Una passarella costruita in legno si imbocca presso la Scogliera anticipando l’ingresso.Un’ insegna in evidenza segnala l’ingresso del Sentiero. Il Sentiero degli Innamorati è di rara bellezza e si immerge nella macchia mediterranea simbolo del Cilento, tra sali scendi anche abbastanza impegnativi, per poi donare viste mozzafiato. Il Sentiero degli Innamorati è lungo circa 2 Km. con un dislivello complessivo di 140 metri. Il Sentiero è anticipato, da struttura in legno di ben 12 passerelle e 8 piattaforme che fungono a preservare le dune e la flora della spiaggia della Scogliera di Ascea Marina.Il Sentiero risulta essere meta sia di chi ama il trekking che dai turisti amanti del mare e della natura e godere di una vista incantevole sul Golfo di Velia. Per giungere in fondo al sentiero vi sono due salite importanti, fatti di gradoni con relative discese.Durante il percorso sono previsti due punti panoramici.Addentrandosi all’interno della macchia mediterranea del Cilento sono di unica rarità.Giunti in cima si resta estasiatida una vista incantevole da cartolina. La Torre Saracena nota come Torre del Telegrafo rappresenta la meta finale del Sentiero degli Innamorati.Giunti sulla meta bisogna fare il percorso a ritroso per il ritorno sulla fantastica spiaggia di Marina di Ascea. Sembra che il Comune di Ascea stia studiando la possibilità di un nuovo tratto al fine di chiudere ad anello il percorso degli Innamorati. Tale eventuale modifica renderà ancora più suggestivo il percorso.
L’antica città di Elea venne fondata intorno al 540 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dalla città greca di Focea, nell’attuale Turchia, occupata dai Persiani. La città è denominata in questo modo in onore della sorgente locale Hyele e raggiunge un periodo di grande sviluppo in età ellenistica e in gran parte dell’età romana (fine IV a.C. – V sec. d.C.), quando il suo nome viene modificato in Velia. La città è nota nel V sec. soprattutto per le figure di Parmenide e Zenone, fondatori della scuola filosofica eleatica.
Nel periodo del Medioevo l’intero abitato si sposta sull’Acropoli e in seguito viene costruito anche un castello.
La città antica si trova nel mezzo di una macchia mediterranea vastissima e gli ulivi fanno da contraltare allo splendido paesaggio. Natura e archeologia si fondano in un connubio senza precedenti.
Il percorso comincia dalla città bassa e a fare da guida ci sono dei pannelli didattici, in cui c’è scritto tutto quello che si deve sapere a proposito della città.
Il muro perimetrale è lungo 5 km e davanti c’è un vialetto d’ingresso. Lo stesso muro è stato costruito nel VI sec. a.C.
Di fronte alle mura c’è la necropoli di età imperiale fondata tra il I e il II sec. d.C. in cui ci sono le sepolture e i recinti funerari.
Alla città si accede tramite Porta Marina Sud, protetta da una torre quadrangolare che alla vista spicca per due diverse fasi costruttive: la prima della prima metà del V sec. a.C. riconoscibile dai blocchi parallelepipedi di arenaria posti nella parte bassa, la seconda, databile al III sec.a.C., per cui sono stati usati blocchi in conglomerato.
Durante il percorso sulla destra è visibile un edificio pubblico formato da un cripto portico a tre bracci, che è stato stimato essere costruito in età augustea con rifacimenti durante il II sec. d.C. ed è stato interpretato come scuola medica, saccello del culto imperiale, palestra.
L’isolato a sinistra di Porta Marina ha, invece, un carattere abitativo e commerciale ed è costituita da almeno quattro domus di età imperiale.
Svoltando a destra si prosegue verso la Masseria Cobellis dove è venuta alla luce un raffinato edificio di carattere pubblico di età medio-imperiale contraddistinto da un impianto scenografico, su due livelli, e da un’accurata ricerca delle simmetrie.
Lungo l’asse centrale dell’edificio, infatti, si disponevano un ninfeo e una vasca delimitate da rampe di scale in laterizio e rivestite con lastre marmoree parzialmente conservate. Ritornando verso Porta Marina si costeggiano due isolati di età ellenistica e tardo – imperiale. Percorrendo la via di Porta Rosa, possiamo visitare le Terme Adrianee (II sec. d.C.) dove sono visibili vari ambienti del calidarium e la sala del frigidarium, decorata da uno splendido mosaico con tessere in bianco e nere che raffigurano animali e mostri marini. Continuando la salita a destra troviamo, invece, la cosiddetta “agorà” di recente interpretata come un santuario dedicato ad Asclepio, divinità medica e guaritrice, che si distribuisce su almeno tre livelli di cui quello inferiore presenta un ampio corpo rettangolare, circondato su tre lati da un porticato e decorato all’ingresso con una fontana.
L’edificio pubblico, datato al II sec. a.C., usufruiva dell’acqua della sorgente Hyele che troviamo più in alto, dove in età ellenistica viene costruito un complesso termale di cui si conservano un ambiente riscaldato in cui sono visibili i sistemi di conduzione del vapore, un’ampia vasca di forma rettangolare per il bagno caldo e un vano per piccole vasche di terracotta, destinate al bagno individuale in posizione seduta.
La via di porta Rosa arriva in una grande gola che permetteva il passaggio verso il Quartiere meridionale non ancora esplorato. Salendo verso l’Acropoli, si trova il più antico abitato di Velia (VI sec. a. C.), di cui sono visibili i resti di abitazione allineate lungo una strada, abbandonato ed obliterato nel V sec. per permettere di costruire edifici pubblici, civili e religiosi.
Particolarmente suggestivi sull’acropoli, sono il teatro di età romana e il tempio, parzialmente conservati. Tutti gli edifici sono stati danneggiati nel Medioevo allorché venne costruito un castello. Di questo periodo si conservano la Torre angioina, resti di mura e due chiese, la cappella Palatina e la chiesa di Santa Maria.
Sul tratto costiero tra Marina di Casalvelino e Punta del Telegrafo all’interno del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano sorge l’incantevole spiaggia di ASCEA.E’ rappresentata da un’immensa distesa di sabbia soffice e dorata facendo ammirare folta macchia mediterranea e maestosi ulivi secolari.La spiaggia comodamente raggiungibile è dotata di ampi parcheggi, con bassi fondali e il mare calmo per cui molto adatta ai più piccoli.A volte di pomeriggio è un pò ventilata per cui necessita attenzione.Munita di varie attività scorre per circa 5 Km. e termina con una insenatura segnata da una scogliera denominata: Punta del Telegrafo.Detta scogliera segna il confine sud della spiaggia uniforme di Marina di Ascea e si rappresenta simile ad uno sperone di roccia che si proietta verso il mare, creando una piccola insenatura confinante con una scogliera.Sulla sommità di quest’ultima sorge la Torre del Telegrafo.Al di sotto della Torre vi sono piccole insenature con spiaggette raggiungibili solo via mare e dove si trovano solo pietre.Con il mare limpido e cristallino regna la tranquillità.Caratteristica del luogo è che tra luglio e settembre si trova lo splendido giglio di mare.
BREVE SINTESI
Gli scavi di Velia (sito archeologico); Palazzo Alario (Marina di Ascea); Chiesa Madonna del Carmine; Punta Telegrafo con la sua Torre e il Sentiero degli Innamorati; Palazzo Ricci; Portali in pietra; Palazzo villa agricola della Torretta (località Piana); i parchi e i boschi con castagneti, macchia mediterranea, ontani, latifoglie, conifere, eucalipti. Ma l’attrazione principale sono 2: Gli scavi di velia e le spiagge (comode e sabbiose).