Nel Cilento arriva il Natale. Atmosfera stupenda. Le famiglie si riuniscono, si rivedono, si riscoprono. Il Cilento è stato sempre una terra di emigranti e queste feste (Natale, Pasqua, Feste patronali ecc) sono sempre stati i momenti dei ritorni: gli amici, i parenti ritornano per qualche giorno a casa, dalle città dove lavorano o dove vivono e quindi si deve festeggiare come di deve. “Non s’adda capiscia niente”.
Fervono preparativi per il pranzo di Natale, il cenone di capodanno, le varie tombolate, i sette e mezzo e tutti i giochi natalizi sempre preceduti da momenti conviviali di condivisione! Tradotto: nel Cilento a Natale si mangia senza freno e responsabilità dal venti Dicembre all’otto Gennaio, non per niente, ma è tradizione.
Il pranzo di Natale, è un anno che ti aspettiamo! Sembra una frase fatta ma spesso, soprattutto nelle case delle nostre nonne, in base alla quantità di leccornie prodotte, sembra davvero che non si mangi da un anno, o più. Tutte le famiglie lo preparano in abbondanza pensando a tutto: dall’antipasto ai primi, passando per i secondi, contorni, dolci e chi ne ha più ne metta.
Nel Cilento arriva il Natale e quindi con la regia sapiente e esperta di nonne e mamme il pranzo non può che apririsi con l’antipasto. Un antipasto ricco di prelibatezze nostrane: conserve sott’olio, formaggi e insaccati rigorasamente paesani aprono solo la strada a tutto il resto. Nel Cilento le conserve sott’olio sono molto usate. Questo metodo di conservazione ha abbattuto i muri del tempo, infatti, vista la produzione elevata di olio di oliva,la conservazione degli elementi è stata sempre affidata a questo stupendo prodotto: dalle olive alle melazane fino ai salumi, tutto “sutt’uoglio”! Per premiare la leggerezza, solitamente, l’antipasto è accompagnato dalla frittura: baccalà fritto o ruospi con le alici di menaica( ma anche senza), insomma giusto per iniziare.
Passiamo ai primi: rigorosamente fatti in casa ( le nonne del Cilento sono amorevoli e premurose, ma possono diventare violente se non si rispettano le tradizioni). I tipi di pasta più comuni nel cilento sono gli gnocchi e i fusilli. A seconda della zona dove sono preparati assumono forme e consistenze spesso diversi. Un capolavoro comunque! E se pensate al ragù che li condirà, magari con la carne di maiale, bestiola cresciuta a gestione familiare, insomma…
E’ chiaro che questa carne nel sugo non sarà denigrata come secondo, ma non può essere l’unico, è chiaro! Dobbiamo pensare di affiancare della minestra fritta, una ciauledda, anch’essa rigorosamente fritta, delle melanzane o altri piatti che vi descriveremo magari in altre ricette. Se proprio manca la fantasia non mancherà sicuramente un bell’arrosto sulla brace dei camini delle case cilentane.
Ci stiamo avviando verso la fine, manca sua maestà il dolce!
Il panorama dei dolci del cilento è vastissimo, ma a Natale alcune cose non possono mancare.
Scauratielli, Pastorelle al castagnaccio e struffoli: senza loro non è Natale! Insomma venire nel Cilento in questo periodo significa ingrassare, ma stare davvero bene! E come recita un vecchio detto Cilentano: “mo ata ì solo dà santo vito!”
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