Le Grotte del Cilento sono presenti su tutto il litorale. La Campania è una delle regioni italiane più ricche di grotte. E molte ve ne sono anche nel Salernitano, sia lungo le coste, che nelle aree interne. Il Cilento è una di quelle aree con maggiore presenza.
In particolare le Grotte del Cilento rappresentano un forte richiamo turistico. Ma anche motivo di continuo studio per le particolarità sia paesaggistiche che speleologiche.
Lungo le coste meridionali della Provincia di Salerno, vale a dire nel territorio del Cilento, tra Palinuro e Sapri, se ne conoscono un centinaio, di grande bellezza e interesse paleontologico. E solo da una trentina di anni ne è stata intrapresa l’esplorazione sistematica.
Nei pressi di Palinuro le grotte più importanti e conosciute sono la Grotta Azzurra, quelle nella Cala del Ribatto, nella Cala del Salvatore. E ancora nella Cala della Lanterna, nella Cala Fetente (che deve il suo nome a una sorgente di acqua sulfurea). Più giù sono la Grotta delle Ciavole e, oltre la foce del Lambro, la grande Grotta delle Ossa. Quest’ultima con stalattiti, stalagmiti e importanti resti preistorici, peraltro presenti anche in altre grotte.
Di particolare rilievo per la ricerca preistorica si sono mostrate le grotte di Marina di Camerota, come quella della Cala, che con la vicina Grotta Sepolcrale costituisce un complesso per molti aspetti notevole.
Anche le aree interne della provincia sono costellate di grotte, per l’abbondanza dei fenomeni carsici che presentano. Un esempio imponente è costituito dalla Grotta del Bussento, presso Caselle in Pittari, nella quale il fiume si inabissa, per uscire dall’altra parte della montagna, nel territorio di Morigerati.
Ma l’area nella quale si osserva la più forte concentrazione di fenomeni carsici è senza dubbio il massiccio biancheggiante degli Alburni. Esso raggiunge i 1742 metri. Ed è formato da un enorme piastrone stratificato di rocce calcareo-dolomitiche, che si sviluppa da nord-ovest a sud-est, per circa 40 chilometri, con una larghezza di 10. Sulle sue pendici si apre un gran numero di cavità, di dimensioni spesso considerevoli, e più di 200 sono quelle finora esplorate.
Ben nota è la Grotta di Castelcivita o di Controne, poco a destra del Calore, abitata nella preistoria. Essa si sviluppa per 4800 metri, con una serie di gallerie, allargamenti, strettoie e baratri che offrono uno spettacolo indimenticabile.
Di estremo interesse la Grotta di Pertosa, presso il Tanagro. E’ tra le più importanti cavità sotterranee dell’Italia Meridionale, ricca di varie concrezioni e con un corso d’acqua al suo interno. Essa fu abitata nella preistoria, anche su palafitte. Frequentata poi in epoca classica, usata come luogo di culto cristiano.
Molte o di diversa natura sono poi le grotte che si aprono nelle vicinanze di S. Angelo a Fasanella. E anche nel territorio di Ottati e Corleto Monforte.
Le grotte in genere, non solo nella provincia di Salerno e quindi le Grotte del Cilento, nel corso della storia dell’uomo sono state frequentemente abitate nella preistoria. Così come frequentemente usate come luogo di culto cristiano. In particolare erano talvolta usate come culto in onore di figure invocate come trionfatrici del demonio e del potere degli abissi.
In definitiva possiamo affermare che le Grotte del Cilento rappresentano una delle maggiori attrazioni turistiche della zona. I visitatori / esploratori, facendosi accompagnare da guide, restano sempre sbalorditi per le bellezze e le peculiarità naturali che incontrano.
Il Cilento è caratterizzato da un territorio variegato. Oltre le grotte del Cilento si apprezza anche altro: montagne, fiumi, colline, pianure, coste, boschi, sorgenti, paludi.
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