La storia del Cilento è una storia millenaria. Che parte dalla preistoria fino ai giorni nostri, conservando ricchezze di ogni era.
La natura carsica delle terre cilentane e la conseguente ricchezza di grotte ha senza dubbio favorito la presenza dell’Uomo che in esse si è rifugiato. E che ha trovato riparo, ha consumato i suoi pasti. I più antichi segni della presenza antropica risalgono al Paleolitico medio (500.000 mila anni a.C.). E le sue tracce continuano attraverso il Neolitico e fino all’Età dei Metalli.
La presenza dell’Uomo primitivo è ancora oggi tangibile attraverso la presenza dei suoi “strumenti” disseminati sia lungo le grotte costiere tra Palinuro e Scario. Sia in quelle interne dislocate lungo gli antichi percorsi di crinale dei massicci montuosi (Grotte di Castelcivita). Ma anche nel Vallo di Diano (Grotte dell’Angelo, Pertosa). Ed è attraverso questi antichi sentieri che prese probabilmente avvio la grande avventura delle prime comunità. Che, senza soluzioni di continuità e per migliaia di anni, stabilirono contatti e intrecciarono scambi e relazioni con i Popoli del mare. Ma anche con quelli dell’Appennino.
Le testimonianze sono nei corredi funerari della locale Cultura del Gaudo. Per la comunanza di forme degli oggetti locali con quelle delle antiche culture dalle Lipari, del Tavoliere, di Serra d’Alto.
Nell’età del Bronzo l’intera organizzazione territoriale appare già definita. Si evidenziano le direttrici delle transumanze e dei traffici, lungo i percorsi di crinale, dal Tirreno allo Jonio e viceversa. Ove sorgono luoghi di culto, altari sacrificali e sculture rupestri. Come l’Antece dei Monti Alburni.
Ed è l’antico Cilento il protagonista la mediazione tra l’Asia e l’Africa. Tra le culture nuragiche e quelle egee. E tra il mondo nordico “villanoviano” e gli Enotri, i Lucani.
La storia del Cilento tra mito e realtà!
Ed è l’avvento dell’Uomo moderno, l’inizio della grande avventura della Civiltà E l’avvio della poliedrica Cultura del Mediterraneo. E forse sulle antiche rotte dell’ossidiana, o alla ricerca di rame, i primi Greci approdarono sulle coste del Cilento (intorno al XVII secolo a.C.). Dove più tardi (fine VII – VI secolo a.C.) nacquero le città coloniali: Pixunte, Molpa e l’antica Poseidonia (la romana Paestum). Quest’ultima fondata dagli Achei sibariti che qui giunsero, grazie ad accordi con i popoli appenninici, non dal mare ma attraverso i ben noti, più sicuri e più rapidi percorsi di crinale.
Mentre il mare portò i Focei, originari dell’Asia minore, fondatori di Elea (oggi Velia), la città della Porta Rosa, di Parmenide e della sua Scuola Filosofica Eleatica. Quest’ultima una delle più importanti e famose del mondo classico, e della prima Scuola Medica. Poi, a partire dal IV secolo a.C., Lucani, Romani, Cristiani d’oriente intrecciarono traffici ed alleanze. Avviarono conflitti e guerre. Occuparono e rifondarono città. Trasformando il Cilento in un crogiuolo, dove si fondono e si mescolano popoli e culture. Con la caduta dell’Impero di Occidente intorno al VI secolo d.C. iniziò anche per il Cilento, il lungo periodo delle dominazioni barbariche. I Visigoti di Alarico, la guerra gotica tra Totila e Belisario, il diffondersi del Monachesimo Basiliano. E ancora l’imposizione feudale dei Longobardi, i continui attacchi e scorrerie dei Saraceni.
Ed ancora una volta ci fù l’incontro tra civiltà diverse. Nacquero abbazie e cenobi in cui coesisterono il rito greco e quello latino, lasciandoci splendidi gioielli come l’Abbazia di Pattano con la Cappella di S.Filadelfo. O gli affreschi della Cappella Basiliana a Lentiscosa.
E poi, nel 1076, la conquista dei Normanni, che trasformarono il Cilento in terra di Baroni, latifondi e sfruttamenti. Per gli anni a venire i Sanseverino, gli Svevi, gli Angioini, combatterono, congiurarono, e le loro tirannie sovente innescarono rivolte. L’intero territorio fu smembrato tra nobili senza scrupoli che, tra il XVI ed il XVII secolo, scrissero una delle pagine più tristi e crudeli di questa terra.
Si ersero allora le Rocche, i sistemi difensivi di Torri costiere ed interne, i Castelli; nacque il Brigantaggio.
E qui la Storia diventa leggenda, ballata di eroi, epopea di un Popolo orgoglioso e stanco di continue violenze e angherie. E finalmente, dopo il sacrificio dell’ennesimo martire immolato in terra cilentana nei pressi di Sanza (Cippo di Pisacane), le Genti del Cilento e Vallo di Diano riconquistarono l’agognata giustizia e libertà.
Il Cilento, dopo qualche breve cenno storico, possiamo dire che rappresenta un territorio con tante manifestazioni di cultura, di arti, di tradizioni, si storie da raccontare … in altre parole una terra da non perdere! La storia del Cilento tra mito e leggenda.
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