Trenta piccoli villaggi si stringono intorno ad una montagna. La montagna sacra del Cilento. Tra il mar tirreno e la valle dell’Alento, nel settore nordoccidentale del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Il Monte Stella (1.130 metri), che originariamente ebbe il nome di “Cilento”, svetta con la sua sagoma regolare tra le antiche città di Velia e Paestum. E appare come un largo cono percorso dall’alto in basso da robuste costolature radiali.
Antichi autori lo descrivono ricco di miniere d’oro, d’argento, d’agata, e di pietre da fucile, oltre che di fontane d’acqua, erbe medicinali, e resti archeologici. In un certo senso – ma non in quello minerario – molti di questi tesori sono ancora lì. Celati in alcuni momenti della vita comune degli abitanti di questa enclave, detta Cilento Antico. Perché grossomodo coincidente con l’antica baronia del Cilento.
Sulla vetta del monte, le cui pendici conservano tracce del periodo eneolitico e magnogreco, dove si vuole sia fondata la citta di Lucania, si insediano i Longobardi. Essi vi costruiscono una cittadella fortificata, centro amministrativo del gastaldato, con un fortilizio poi adoperato almeno fino al XIV secolo. Quando anche la funzione militare viene meno, nello stesso luogo rimane il Santuario della Madonna della Stella. Che dà il suo nome alla montagna, mentre il toponimo “Cilento” passa a designare l’intera area.
Dalla vetta, punto di contatto con le sinergie celesti, la figura della Vergine si sovrappone a quella del monte nella tradizione popolare. E ne diviene una vera e propria personalizzazione, come risulta da alcuni documenti dell’iconografia e della tradizione orale. Ad esempio la Madonna della Stella raccoglie e protegge col suo mantello i piccoli villaggi che si stringono attorno al monte. Come racconta un antico canto popolare!
Tra le pieghe del monte-mantello, il fitto sistema di piccoli borghi medievali per circa cinque secoli riuniti nella Baronia. Esso costituisce una forte individualità dal punto di vista paesaggistico e da quello delle tradizioni.
La montagna sacra del Cilento offre anche altri spunti.
Lo straordinario spirito di coesione lega ancora oggi i villaggi del Monte Stella. E si esprime sull’intero territorio in due aspetti della vita collettiva. Quello rituale delle cosiddette “visite ai sepolcri” effettuate dalle confraternite nel giorno del Venerdì Santo. E quello legato alla peculiare diffusione dei rintocchi delle campane sulle pendici del monte.
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