La Madonna della Mercede è una Cappella di Pisciotta, la Cappella del Vescovo Lancellotti.
La troviamo scendendo per la via del Pendino di Pisciotta Capoluogo, a pochi passi dalla Chiesa Madre, sulla destra. E qui che si apre la Cappella della Mercede, del XVIII sec.
Questa Cappella è intitolata alla Madonna della Mercede perché tale culto era molto sentito dalla gente del Paese. Essi si rivolgevano alla Madonna, per impetrare la salvezza e il ritorno degli uomini imbarcati sulle “paranze”. Che vivevano in balia del mare e dei corsari che infestavano le coste, razziando e depredando chiunque capitasse a tiro.
Da qui prende motivo il soggetto del quadro ad olio, sistemato sull’altare. E’ un’opera del grande pittore di Marcianise, Paolo de Majo, che nel 1754 vi appose la firma e la data di realizzazione.
Il quadro raffigura la Madonna con in braccio il Bambino che stringe un giglio. Degli angeli intorno uno sta tendendo la manina come se volesse concedere la “mercede” a un “prigione” incatenato ai piedi e che si rivolge fiducioso al cielo. Lo stile pittorico ricorda molto da vicino il Caravaggio, il cui “realismo” fu retaggio nella pittura napoletana nel ‘600 e ‘700.
La Cappella della Mercede passò in pieno ‘800 alle cure del vecchio sacerdote, Don Giuseppe Pinto, già frate francescano del Convento. Il quale dopo l’ennesima frana che distrusse il Monumento cinquecentesco, restò a Pisciotta, come custode di quella tradizione.
La Cappella, adiacente alla casa del sacerdote, era resa attiva sia per le Messe frequenti con larga partecipazione di fedeli. Ma anche per le cure assidue di Nenné, persona tanto cara ai pisciottani, che provvedeva ad alimentare la lampada ad olio, perché fosse ininterrottamente accesa.
Di quel tempo è vivo il ricordo della Messa di Mezzanotte di un lontano Natale. Quando il Giullare di Dio, dopo aver benedetto, nel corso della toccante funzione, il “Bambiniello” di creta, lo consegnava a qualche fanciullo perché si deponesse con cura nella mangiatoia del bel Presepe a vetri, di lavorazione napoletana. Nenné alzava il fanciullo fino all’altezza giusta per deporre il Neonato fra il bue e l’asinello, entrambi tanto emozionati e pieni di orgoglio dopo tanta attesa.
La Cappella della Mercede ha subito notevoli danni dal terremoto del 1980.
Di recente è stato stipulato un comodato d’uso con la famiglia Pinto, che ne è proprietaria, ed è stata restaurata dal Comune di Pisciotta. Finalmente la Cappella è tornata al suo antico splendore.
Oltre alla tela sull’altare che rappresenta la Madonna della Mercede, si può ammirare il pavimento in cotto maiolicato che raffigura lo stemma della famiglia Lancellotti (vecchia proprietaria della Cappella e dell’omonimo palazzo).
La Cappella della Mercede è spesso aperta e, passeggiando per il centro storico di Pisciotta, si ha la possibilità di visitarla. In particolare la Nuova Pro Loco di Pisciotta organizza passeggiate culturali per valorizzare e far scoprire i tesori artistici-architettonici presenti nel borgo di Pisciotta.
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