Il territorio del Cilento, nel suo complesso, si snoda in zone montane e collinari intervallate da brevi pianure. In altre parole è una regione con una profonda varietà e irregolarità orografica. Infatti il Cilento è caratterizzato da una serie di complessi montuosi orientati principalmente in direzione nord-ovest/sud-est.
Approfondiamo il territorio del Cilento. Il fascino paesistico unito alla rigogliosa natura incontaminata.
Procedendo da nord verso sud si incontra la Catena degli Alburni. Posti tra il fiume Tanagro ed il Calore, con la cima maggiore costituita dal monte Alburno di m. 1742. La montagna prende il nome dal colore bianco (dal latino albus) del calcare dei suoi terreni. Gli Alburni presentano un lato settentrionale che affaccia sul fiume Tanagro, dall’aspetto brullo con pareti a picco e creste che ricordano i paesaggi dolomitici.
Il lato più a sud, che affaccia sul Calore, è meno impervio. Questa zona ha con una conformazione meno inclinata. In particolare ci sono grosse estensioni di faggete e di castagni, pascoli nelle radure e campi. E con un diffuso fenomeno di carsismo, che interessa un pò tutto il massiccio. Infatti grotte, cavità, inghiottitoi e doline sono presenti un po’ ovunque. Inoltre resti di palafitte rinvenuti in alcune grotte, come quella di Pertosa, fanno ipotizzare che la zona fosse abitata fin dal neolitico. Di notevole interesse sono anche la grotta di Polla e le grotte di Castelcivita. Quest’ultima è la più lunga dell’area, con oltre 4800 metri di sviluppo.
Continuiamo ad esplorare il territorio del Cilento!
Proseguendo lungo la direttrice sud-est, lungo il fianco del Vallo di Diano, dagli Alburni si passa al monte Spina dell’Ausino e al Monte Cocuzzo (1411 m). Da esso, attraverso la Sella del Corticato, si passa all’isolato Monte Motola (1700 m), ricco di faggi e con il versante est ricoperto da un residuo nucleo di abeti bianchi. Dal monte Motola, attraverso il monte Cerasulo (1400 m), da cui lo separa l’alto corso del fiume Calore, si passa sul Monte Cervati (1898 m) la cima più alta del Cilento.
Il monte, tozzo ed ampio alle falde, presenta verso la cima ripidi pendii e rupi.
Anche sul Cervati è molto ricorrente il fenomeno del carsismo con abbondanza di inghiottitoi, percorsi fluviali e grotte. Famosi l’inghiottitoio di Vesalo sopra Laurino e la grotta del Festolaro. Alla cima vi è il santuario della Madonna della Neve, meta di pellegrini. La serie di monti disposti a semicerchio, dagli Alburni al Cervati costituisce il bacino montano del fiume Calore.
Il Calore Salernitano affluente della riva sinistra del Sele, in cui si immette dopo un percorso di 60 km circa, nasce dal monte Cervati. Questo fiume ha un percorso, nel tratto a monte, stretto e incassato tra le montagne. Mentre nel tratto più a valle si snoda in zone più ampie e collinari dove, sotto la catena degli Alburni, riceve le acque del Torrente Pipiti e del fiume Fasanella, il greto si allarga.
Di particolare interesse sono le gole del Calore nel tratto che va da Magliano Vetere a Felitto. Il Calore è un fiume “a regime continuo” in quanto la sua portata è pressoché costante.
Dal monte Cervati nasce anche l’altro grande fiume del Cilento, il Bussento. La cui valle è incassata fra il Cervati ed il Centaurino, sfocia nel Golfo di Policastro.
Nel tratto intermedio le acque del Bussento si inabissano, scomparendo nel sottosuolo per circa 6 km, presso l’abitato di Caselle in Pittari, per poi ricomparire a Morigerati dove il letto del fiume si allarga formando un’ampia pianura fino alla foce.
A sud del monte Centaurino, incassato tra le valli inferiori dei fiumi Bussento a est e Mingardo a ovest, si eleva il Monte Bulgheria (1225 m). Il nome è dovuto ai Bulgari entrati nel salernitano nel IX secolo fortificatisi a S. Severino e Roccagloriosa. Il massiccio ha una forma a semicerchio che ripiega a nord con il Promontorio di Palinuro.
Il territorio del Cilento è pieno di sorprese e scorci mozzafiato. Vediamo ancora qualche cosa.
Il fiume Mingardo è caratterizzato da un primo tratto situato tra il monte Centaurino e il monte Sacro.
Il secondo tratto, dopo aver attraversato un’angusta gola sotto l’antico abitato di S. Severino, sfocia nel mare presso Palinuro.
A Palinuro sfocia anche il Lambro, fiume che nasce dal Monte Scuro, contrafforte del Monte Sacro o Gelbison.
Il Monte Sacro o Gelbison è circondato dalle valli dei fiumi Calore, Mingardo, Lambro e Alento. Ed ha la cima a quota m. 1705, sulla quale è situato il Santuario della Madonna di Novi Velia, eretto nel 1323 dai padri basiliani.
A nord-ovest, tra la costa, il fiume Alento e il fiume Solofrone, si eleva il Monte della Stella (1131 m). In particolare prende il nome da una cappella dedicata nel XVI secolo alla Madonna della Stella. Le pendici del Monte della Stella si spingono in tutte le direzioni formando un sistema collinare sulle cui pendici sorgono piccoli villaggi. E anche centri storici di notevole interesse.
Lungo le pendici a sud del Monte della Stella scorre il fiume Alento. E’ lungo 36 km e sfocia a Casal Velino. In particolare esso ha un regime torrentizio caratterizzato da notevoli portate durante la stagione delle piogge. Mentre è quasi del tutto asciutto in estate.
Il fiume più a nord nel Cilento è il Solofrone situato ai confini della Piana di Paestum. La sua parte settentrionale si sviluppa sulle pendici dei Monti Calpazio e Vesole. Questi ultimi costituiscono le cime più a nordovest dell’area del Cilento.
L’aspetto che caratterizza maggiormente il territorio del Cilento è l’eterogeneità ambientale. E solo in parte è legata alla vastità dell’area e all’azione dell’uomo. Infatti ci sono anche altri fattori e caratteristiche importanti. E sono la variabilità litologica, geomorfologica e climatica. Questo crea una eterogeneità potenziale non facilmente riscontrabile in altri settori della Penisola.
La posizione geografica, di contatto tra la regione biogeografica temperata e mediterranea, mette a disposizione del territorio una grande ricchezza di specie animali e vegetali. Che danno luogo a paesaggi naturali di eccezionale valore biogeografico.
L’azione dell’uomo è stata articolata e diversificata in funzione dei caratteri storici, culturali e ambientali del territorio. Infatti solo poche parti dello stesso presentano infrastrutture e imprese, agricole o industriali, con tecnologie moderne che tendono ad emanciparsi dai condizionamenti ambientali e ad indirizzarsi verso produzioni standardizzate. Al contrario la maggior parte del territorio conserva una agricoltura basata prevalentemente sulle risorse naturali. E pertanto il paesaggio, nel suo insieme, presenta caratteri fortemente correlati con le caratteristiche fisiche e biologiche dei sistemi ambientali.
Si tratta comunque di un paesaggio specificamente culturale perché è sempre stata alta e significativa la relazione e l’integrazione tra caratteri ambientali e caratteri antropici. E gli effetti di tale integrazione rimangono incisivi anche quando si analizzano le attività agro-silvo-pastorali. E anche i caratteri e le tipologie delle infrastrutture e degli insediamenti.
Questa eterogeneità crea ovviamente un grave problema di comunicazione ed interazione tra le diverse aree del territorio caratterizzato da una zona interna ed una prettamente costiera. E tra le altre cose si differenziano in molti aspetti. Il più importante è forse il grande flusso turistico lungo il territorio costiero del Cilento.
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