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Idee vacanze 2020 a Marina di Ascea | Blog | CilentoShop.it
Idee vacanze 2020 a Marina di Ascea
Idee vacanze 2020 a Marina di Ascea

Idee vacanze 2020 a Marina di Ascea

Nello splendido scenario del Cilento, in particolare dell’antica Magna Grecia, ritroviamo Ascea Marina, frazione di Ascea Capoluogo, che si staglia tra le montagne e un mare splendido, caratteristica peculiare di tutti i paesini balneari cilentani. Straordinaria d’inverno, superlativa d’estate grazie alla miriade di turisti che si accalcano per giungere in questo ridente centro urbano sito praticamente sul mare. La spiaggia di Ascea si estende per quasi 6 km ed è sabbiosa, il che la rende perfettamente fruibile. Di conseguenza le acque del mare sono sempre limpide. C’è spazio anche per gli amanti delle immersioni. Punta Telegrafo infatti presenta numerose scogliere suggestive oltre che varie insenature naturali, diventate col tempo vere e proprie spiaggette a cielo aperto. Sulla Punta Telegrafo è presente inoltre una torre di avvistamento Saracena. Si possono visitare, tra le altre, anche Baia D’Argento e Baia della Rondinella. Luoghi splendidi che ripagheranno ampiamente la visita cilentana.

Ad ogni modo, Marina di ascea non è solo mare e sole. Per gli amanti della storia e dell’archeologia è presente il promontorio di Velia con i suoi resti ancora ben integri.

Il Comune di Ascea si trova a circa 80 chilometri dall’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita al casello di Battipaglia e proseguendo per la variante S.S. 18 uscita Vallo Scalo.

La Stazione ferroviaria più vicina è quella di Ascea Marina sulla linea ferroviaria  Napoli – Reggi Calabria. Collegamenti giornalieri per Napoli, per Salerno e per Reggio Calabria, ogni giorno, e potenziati durante il periodo estivo.

Il Cilento non è ben servito per quanto riguarda il raggiungimento via aerea. L’aereoporto più vicino è quello di Napoli (Capodichino). Arrivati si può scegliere di raggiungere il Cilento con tutti i mezzi possibili (treno, auto, via mare) in maniera molto semplice. Infatti basta raggiungere la stazione centrale di Napoli, quella di Piazza Garibaldi, che dista dall’aereoporto circa 20 minuti.

Ma c’è anche un altro aeroporto, quello di Salerno-Costa d’Amalfi, ubicato a Pontecagnano e a circa 20 km più a sud di Salerno. Questo aeroporto risulta secondario rispetto a quello di Napoli, ma vi consigliamo comunque di consultare il sito (www.aeroportosalerno.it) per valutare la scelta e verificare la presenza di offerte.

Raggiungere il Cilento via mare nel periodo estivo è molto semplice. Infatti è attivo il servizio “Cilento Blu” che collega i porti di Napoli, Salerno e la Costiera Amalfitana con alcuni porti della costiera cilentana. Basterà imbarcarsi nei porti di Napoli,Salerno o quelli della costiera per raggiungere i porti di Agropoli,San Marco di Castellabate, Acciaroli, Casalvelino, Pisciotta, Palinuro e Camerota. Ogni estate sono previste solitamente 4 linee, però vi consigliamo di consultare il sito per orari e disponibilità. Il biglietto è acquistabile a bordo o in uno dei punti vendita elencati nel sito www.metrodelmare.com.

BREVE SINTESI

Gli scavi di Velia (sito archeologico); Palazzo Alario (Marina di Ascea); Chiesa Madonna del Carmine; Punta Telegrafo con la sua Torre e il Sentiero degli Innamorati; Palazzo Ricci; Portali in pietra; Palazzo villa agricola della Torretta (località Piana); i parchi e i boschi con castagneti, macchia mediterranea, ontani, latifoglie, conifere, eucalipti. Ma l’attrazione principale sono 2: Gli scavi di velia e le spiagge (comode e sabbiose).

Palazzo Alario: edificato all’inizio del 1800.

Chiesa Madonna del Carmine: la chiesa è posta sulla sommità di una collina che spazia sulla valle di Velia.

Torre del telegrafo: torre di avvistamento afcente parte del sistema difensivo realizzato tra il 1500 e il 1600 per difendersi dalle incursioni dei pirati saraceni.

Palazzo Ricci: l’epoca di costruzione del Palazzo Ricci è da indicare ai primi anni del 1800. La scala si svolge su arcate in un lato ed immette su due loggioni. Il cortile è scoperto e su un lato la parete è cieca. Cortile e scala con portone formano una struttura a teatro con cavea, platea e loggioni.

Portali in pietra: importanti portali in pietra selciata ornano diversi portoni.

Palazzo Villa Agricola della Torretta (località Piana): è una struttura del 1400, situata a Velia tra i Vignali e Piano del Pero. Più volte si è pensato di ristrutturarlo ed adibirlo a museo.

L’attrazione più importante di Ascea sono gli Scavi di velia. Il Parco archeologico di velia comprende la parte centrale della città antica e non l’intera superficie, di notevole estensione, racchiusa all’interno della cinta muraria. All’interno della cinta muraria esistono delle riparazioni che delimitano quartieri diversi.

Il quartiere meridionale, dove sono visibili ampi tratti del muro di cinta con la Porta Marina e dove si conservano spettacolari testimonianze riferibili ad epocaq romano-imperiale. Troviamo inoltre un complesso termale. In prossimità di quest’ultimo si percorre una strada che risale fino alla Porta Rosa. Ma c’è ancora molto altro: centri abitati o quartieri, teatro, chiesetta, santuario, torre di Castelluccio.

BREVE SINTESI

Gli scavi di Velia (sito archeologico); Palazzo Alario (Marina di Ascea); Chiesa Madonna del Carmine; Punta Telegrafo con la sua Torre e il Sentiero degli Innamorati; Palazzo Ricci; Portali in pietra; Palazzo villa agricola della Torretta (località Piana); i parchi e i boschi con castagneti, macchia mediterranea, ontani, latifoglie, conifere, eucalipti. Ma l’attrazione principale sono 2: Gli scavi di velia e le spiagge (comode e sabbiose).

Il Sentiero degli Innamorati in Ascea Marina resta uno dei sentieri trekking più amati del Cilento. Quasi eslusivamente fatto di gradoni più che gradini, dona una vista mozzafiato sul Golfo di Velia e Punta del Telegrafo,consentendo di scorgere anche Capo Palinuro. Il Sentiero degli Innamorati si innesta nei pressi della Scogliera di marina di Ascea in località Punta del Telegrafo. Il Sentiero degli Innamorati inaugurato nel 2017 a seguito di  un’opera di riqualificazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni e del Comune di Ascea resta punto di riferimento per gli innamorati che pensano di proiettare un ricordo nel futuro.Una passarella costruita in legno si imbocca presso la Scogliera anticipando l’ingresso.Un’ insegna in evidenza segnala l’ingresso del Sentiero. Il Sentiero degli Innamorati è di rara bellezza e si immerge nella macchia mediterranea simbolo del Cilento, tra sali scendi anche abbastanza impegnativi, per poi donare viste mozzafiato. Il Sentiero degli Innamorati è lungo circa 2 Km. con un dislivello complessivo di 140 metri. Il Sentiero è anticipato, da struttura in legno di ben 12 passerelle e 8 piattaforme che fungono a preservare le dune e la flora della spiaggia della Scogliera di Ascea Marina.Il Sentiero  risulta essere meta sia di chi ama il trekking che dai turisti amanti del mare e della natura e godere di una vista incantevole sul Golfo di Velia. Per giungere in fondo al sentiero vi sono due salite importanti, fatti di gradoni con relative discese.Durante il percorso sono previsti due punti panoramici.Addentrandosi all’interno della macchia mediterranea del Cilento sono di unica rarità.Giunti in cima si resta estasiatida una vista incantevole da cartolina. La Torre Saracena nota come Torre del Telegrafo rappresenta la meta finale del Sentiero degli Innamorati.Giunti sulla meta bisogna fare il percorso a ritroso per il ritorno sulla fantastica spiaggia di Marina di Ascea. Sembra che il Comune di Ascea stia studiando la possibilità di un nuovo tratto al fine di chiudere ad anello il percorso degli Innamorati. Tale eventuale modifica renderà ancora più suggestivo il percorso.

L’antica città di Elea venne fondata intorno al 540 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dalla città greca di Focea, nell’attuale Turchia, occupata dai Persiani. La città è denominata in questo modo in onore della sorgente locale Hyele e raggiunge un periodo di grande sviluppo in età ellenistica e in gran parte dell’età romana (fine IV a.C. – V sec. d.C.), quando il suo nome viene modificato in Velia. La città è nota nel V sec. soprattutto per le figure di Parmenide e Zenone, fondatori della scuola filosofica eleatica. 

Nel periodo del Medioevo l’intero abitato si sposta sull’Acropoli e in seguito viene costruito anche un castello.

La città antica si trova nel mezzo di una macchia mediterranea vastissima e gli ulivi fanno da contraltare allo splendido paesaggio. Natura e archeologia si fondano in un connubio senza precedenti.

Il percorso comincia dalla città bassa e a fare da guida ci sono dei pannelli didattici, in cui c’è scritto tutto quello che si deve sapere a proposito della città.

Il muro perimetrale è lungo 5 km e davanti c’è un vialetto d’ingresso. Lo stesso muro è stato costruito nel VI sec. a.C.

Di fronte alle mura c’è la necropoli di età imperiale fondata tra il I e il II sec. d.C. in cui ci sono le sepolture e i recinti funerari.

Alla città si accede tramite Porta Marina Sud, protetta da una torre quadrangolare che alla vista spicca per due diverse fasi costruttive: la prima della prima metà del V sec. a.C. riconoscibile dai blocchi parallelepipedi di arenaria posti nella parte bassa, la seconda, databile al III sec.a.C., per cui sono stati usati blocchi in conglomerato. 

Durante il percorso sulla destra è visibile un edificio pubblico formato da un cripto portico a tre bracci, che è stato stimato essere costruito in età augustea con rifacimenti durante il II sec. d.C. ed è stato interpretato come scuola medica, saccello del culto imperiale, palestra.

L’isolato a sinistra di Porta Marina ha, invece, un carattere abitativo e commerciale ed è costituita da almeno quattro domus di età imperiale. 

Svoltando a destra si prosegue verso la Masseria Cobellis dove è venuta alla luce un raffinato edificio di carattere pubblico di età medio-imperiale contraddistinto da un impianto scenografico, su due livelli, e da un’accurata ricerca delle simmetrie. 

Lungo l’asse centrale dell’edificio, infatti, si disponevano un ninfeo e una vasca delimitate da rampe di scale in laterizio e rivestite con lastre marmoree parzialmente conservate. Ritornando verso Porta Marina si costeggiano due isolati di età ellenistica e tardo – imperiale. Percorrendo la via di Porta Rosa, possiamo visitare le Terme Adrianee (II sec. d.C.) dove sono visibili vari ambienti del calidarium e la sala del frigidarium, decorata da uno splendido mosaico con tessere in bianco e nere che raffigurano animali e mostri marini. Continuando la salita a destra troviamo, invece, la cosiddetta “agorà” di recente interpretata come un santuario dedicato ad Asclepio, divinità medica e guaritrice, che si distribuisce su almeno tre livelli di cui quello inferiore presenta un ampio corpo rettangolare, circondato su tre lati da un porticato e decorato all’ingresso con una fontana.

 L’edificio pubblico, datato al II sec. a.C., usufruiva dell’acqua della sorgente Hyele che troviamo più in alto, dove in età ellenistica viene costruito un complesso termale di cui si conservano un ambiente riscaldato in cui sono visibili i sistemi di conduzione del vapore, un’ampia vasca di forma rettangolare per il bagno caldo e un vano per piccole vasche di terracotta, destinate al bagno individuale in posizione seduta. 

La via di porta Rosa arriva in una grande gola che permetteva il passaggio verso il Quartiere meridionale non ancora esplorato. Salendo verso l’Acropoli, si trova il più antico abitato di Velia (VI sec. a. C.), di cui sono visibili i resti di abitazione allineate lungo una strada, abbandonato ed obliterato nel V sec. per permettere di costruire edifici pubblici, civili e religiosi. 

Particolarmente suggestivi sull’acropoli, sono il teatro di età romana e il tempio, parzialmente conservati. Tutti gli edifici sono stati danneggiati nel Medioevo allorché venne costruito un castello. Di questo periodo si conservano la Torre angioina, resti di mura e due chiese, la cappella Palatina e la chiesa di Santa Maria.

Sul tratto costiero tra Marina di Casalvelino e Punta del Telegrafo  all’interno del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano sorge l’incantevole spiaggia di ASCEA.E’ rappresentata da un’immensa distesa di sabbia soffice e dorata facendo ammirare folta macchia mediterranea e maestosi ulivi secolari.La spiaggia comodamente raggiungibile è dotata di ampi parcheggi, con bassi fondali e il mare calmo per cui molto adatta ai più piccoli.A volte di pomeriggio è un pò ventilata per cui necessita attenzione.Munita di varie attività scorre per circa 5 Km. e termina con una insenatura segnata da una scogliera denominata: Punta del Telegrafo.Detta scogliera segna il confine sud della spiaggia uniforme di Marina di Ascea e si rappresenta simile ad uno sperone di roccia che si proietta verso il mare, creando una piccola insenatura confinante con una scogliera.Sulla sommità di quest’ultima sorge la Torre del Telegrafo.Al di sotto della Torre vi sono piccole insenature con spiaggette raggiungibili solo via mare e dove si trovano solo pietre.Con il mare limpido e cristallino regna la tranquillità.Caratteristica del luogo è che tra luglio e settembre si trova lo splendido giglio di mare.

BREVE SINTESI

Gli scavi di Velia (sito archeologico); Palazzo Alario (Marina di Ascea); Chiesa Madonna del Carmine; Punta Telegrafo con la sua Torre e il Sentiero degli Innamorati; Palazzo Ricci; Portali in pietra; Palazzo villa agricola della Torretta (località Piana); i parchi e i boschi con castagneti, macchia mediterranea, ontani, latifoglie, conifere, eucalipti. Ma l’attrazione principale sono 2: Gli scavi di velia e le spiagge (comode e sabbiose).

Le alici di menaica è un prodotto tipico dei borghi marinari del Cilento. Esso porta alla produzione di piatti poveri ma di gran gusto, di elevate proprietà organolettiche. Il prodotto Alici di Menaica si contraddistingue dalla carne chiara che tende al rosa e per il profumo intenso e delicato, che le rende assolutamente uniche.Si possono mangiare fresche o sotto sale, crude o cotte. Esistono molte ricette, alcune di esse semplicissime da preparare: insalata di alici crude, sugo di alici per gli spaghetti, alici inchiappate, alici ammollicate, il cauraro, il tortino di alici, alici alla scapece, etc.

Olio di Oliva. Entrare nel Cilento, e quindi nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è come entrare in un grande uliveto. In altre parole, ogni Comune, che sia montano o costiero, è ricco di ulivi sia di tipo secolare che di nuovo impianto. Essi conferiscono al paesaggio un vellutato color verde e donano alle popolazioni da tempi remoti un essenziale sostentamento al reddito. L’olivo ha sempre rappresentato luce, cibo, calore, protezione, tradizioni, cultura, ed ha portato nel corso del tempo un prodotto di qualità, gli oli del Cilento. Oggi a questa pianta millenaria, l’olivo, si chiede un adattamento alle esigenze del mercato e, questa, pur millenaria, sta adeguandosi al progredire della tecnica senza grossi traumi. Infatti dopo laboriose cure si sta riportando, soprattutto, la cultivar pisciottana a produrre oli extra vergini di oliva di qualità. Gli olivicoltori del Cilento non sono rimasti insensibili nel 1992 al varo della Legge 169 sulle Denominazioni di Origine, infatti sia avviarono subito le procedure per il riconoscimento di due denominazioni: Cilento e Colline Salernitane, queste dopo un lungo iter sono state riconosciute come D.O.P. dalla Unione Europea ed operative dalla campagna olivicola 98/99.

Il suggestivo ed incontaminato territorio del Cilento, e quindi del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, include ben due delle denominazioni enologiche dell’interessante panorama vivit vinicolo campano. Le denominazioni sono relativamente recenti, ma certamente destinate a connotare progressivamente il paesaggio rurale, e a creare una tendenza di sviluppo molto significativa. Quelle che ricadono in questo areale produttivo sono: la Doc Castel San Lorenzo e la Doc Cilento. Le denominazioni tutelano le caratteristiche produttive di queste zone, espresse con uve presenti da decenni e quindi considerabili tradizionali, come: Barbera, Sangiovese, Trebbiano e Malvasia. A queste si associano uve locali come: Aglianico, Greco e Fiano, già localmente denominato Santa Sofia.