Ecco uno dei principali prodotti tipici del Cilento: il Fusillo di Gioi, detto anche “U’ FUSIDDO”.
Più in generale è un prodotto tipico di tutta l’area collinare del Cilento interno. In particolare dei comuni di Gioi, Orria, Salento. Poi Stio, Campora, Magliano Vetere. E ancora Monteforte Cilento, Perito, Moio della Civitella. Ma la sua produzione è comunque estesa in tutto il Cilento.
I “fusiddi” si presentano come una pasta lineare che ha una lunghezza di circa 12 – 15 cm. Si ottengono impastando 4 – 5 uova per ogni chilogrammo di farina di grano duro, con l’aggiunta di un bicchiere di acqua.
La preparazione avviene nel seguente modo. Si dispongono farina e uova su uno “scannaturo”, cioè su un piano spianato. Poi si lavora energicamente fino ad ottenere un impasto di buona consistenza. Si prelevano, quindi, dei tocchi da detto impasto. Successivamente si distendono con i palmi delle mani facendo assumere ad ognuno la forma di un bastoncino. Della lunghezza di un palmo e mezzo e dello spessore di un dito, che é la cosiddetta “cingolatura”. Tagliati rapidamente i bastoncini diventano altrettanti “cingoli”.
Si procede poi all’ ”incavatura” che si ottiene mediante un ferro a quadrello. Intorno al quale si arrotola il breve cingolo di pasta della dimensione di circa un palmo. Quando il ferro é totalmente ricoperto di pasta lo si sfila lasciando il vuoto in tutta la lunghezza della pasta. I fusilli così ottenuti si dispongono, rapidamente, su una tavola per un breve periodo di essiccazione, prima di immergerli nell’acqua bollente.
Il ferro quadrangolare, tradizionalmente utilizzato, era preparato dagli zingari nomadi. Essi lo ottenevano spianando un ferro di cavallo consumato che veniva, poi, sezionato per la lunghezza di 25 – 30 cm e per la larghezza di alcuni millimetri. Dagli inizi del secolo XX, quando gli zingari nomadi non giravano più per i paesi, uno stagnino gioiese, ebbe un’idea. In particolare egli pensò di ricavare il ferro per i fusilli dai ferri quadrati che sostenevano la cupola di stoffa degli ombrelli.
Da quando gli ombrelli non hanno più avuto come sostegno i ferri quadrati, il ferro per i fusilli si ottiene da bacchette di ferro quadrato attualmente in commercio. Che vengono forgiate, poi, a lunghezza e spessore desiderati. Il ferro, in ogni caso, consente la formazione di un foro con caratteristiche particolari per tutta la lunghezza della pasta. In questo modo il sugo di ragù rimane aderente al fusillo sia esternamente che internamente al foro stesso conferendogli un sapore caratteristico. Sicuramente unico per questo genere di prodotto.
Fusillo di Gioi, ecco qualche altra particolarità!
La tradizionalità di questo prodotto è storicamente accertata, a partire almeno dall’anno 1000. Quando gli abitanti di Gioi, per convincere gli invasori Saraceni che, periodicamente, assediavano la cittadina, che godevano di un elevato benessere dal punto di vista alimentare, mostravano l’impasto di farina e di uova conficcato sulla punta dei fucili dell’epoca attraverso i fori dei muri di cinta. Ritraendo i fucili l’impasto si “affusolava” intorno al ferro. Da qui si ebbe l’origine del “Fusiddu”. Passando attraverso la civiltà contadina cilentana questa tradizione é stata tramandata da madre a figlia. E fino ai nostri giorni senza alcuna interruzione.
L’importanza di questo prodotto é dimostrato da una sagra che si svolge da 30 anni a Gioi nel periodo di Ferragosto. Questo evento richiama migliaia di avventori e appassionati da tutta Italia.
I produttori del Fusillo di Gioi sono stati ospiti di numerose trasmissioni televisive e radiofoniche a livello nazionale (“Uno Mattina”, “Subito Quiz” e altre). Dove hanno illustrato con passione e fatto conoscere a tutta l’Italia le peculiarità di questo fusillo.
Questo prodotto é stato oggetto di articoli, oltre che della stampa generica, anche di quella specializzata.
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