cilento per giovani Marina di Camerota
cilento per giovani Marina di Camerota

cilento per giovani Marina di Camerota

Grotte, insenature e calette di un blu intenso si alternano a spiagge sabbiose con acque limpide e chiare. Marina di Camerota, luogo ricco di tradizioni e sapori della buona terra. Il giusto equilibrio tra le bellezze incontaminate ed i moderni servizi adatti alle esigenze dei suoi ospiti.

L’antico borgo con i suoi vasai, il porticciolo turistico, le passeggiate nel verde, la naturale bellezza fanno di essa un’autentico tesoro da vivere in armonia.

Per raggiungere Marina di Camerota in auto vi esponiamo due modi: da nord e da sud.

DA NORD: dall’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria si deve imboccare l’uscita a Battipaglia, per poi proseguire sulla strada statale SS 18 in direzione Agropoli / Vallo della Lucania /Futani. L’uscita da prendere è quella di Poderia, e da li proseguire in direzione Palinuro-Marina di Camerota sulla SR 562 che, costeggiando il fiume Mingardo, porta sulle coste del Cilento. Dall’uscita di Poderia a Marina di Camerota si impiegano circa 20-30 minuti di comoda strada.

DA SUD: dall’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria si deve imboccare l’uscita Buonabitacolo, per poi proseguire sulla strada statale SS 517. A Policasto Bussentino si deve girare a destra e prendere la strada statale SS 18. L’uscita da prendere sarà quella di Poderia e da li si deve proseguire in direzione Palinuro-Marina di Camerota sulla SR 562 che, costeggiando il fiume Mingardo, porta sulle coste del Cilento. Dall’uscita di Poderia a Marina di Camerota si impiegano circa 20-30 minuti di comoda strada.

Arrivare a Marina di Camerota in treno probabilmente rappresenta la soluzione più comoda. Infatti ci sono due stazioni ferroviaria, Pisciotta – Palinuro, posta sulla linea Salerno – Reggio Calabria, e Palinuro-Centola-Marina di Camerota poco più avanti. La prima stazione è ubicata a circa 15 km di distanza dal centro di Palinuro: si devono percorrere 10 minuti di strada abbastanza comoda. Una volta giunti alla Stazione di Pisciotta – Palinuro, per arrivare Marina di Camerota si può semplicemente usufruire del servizio autobus di linea o del taxi. La seconda stazione è poco più avanti sulla linea ferroviaria e garantisce anch’essa servizi di taxi per raggiungere i centri di interesse.

Il Cilento non è ben servito per quanto riguarda il raggiungimento via aerea. L’aereoporto più vicino è quello di Napoli (Capodichino). Arrivati si può scegliere di raggiungere il Cilento con tutti i mezzi possibili (treno, auto, via mare) in maniera molto semplice. Infatti basta raggiungere la stazione centrale di Napoli, quella di Piazza Garibaldi, che dista dall’aereoporto circa 20 minuti.

Ma c’è anche un altro aeroporto, quello di Salerno-Costa d’Amalfi, ubicato a Pontecagnano e a circa 20 km più a sud di Salerno. Questo aeroporto risulta secondario rispetto a quello di Napoli, ma vi consigliamo comunque di consultare il sito (www.aeroportosalerno.it) per valutare la scelta e verificare la presenza di offerte.

Raggiungere il Cilento via mare nel periodo estivo è molto semplice. Infatti è attivo il servizio “Cilento Blu” che collega i porti di Napoli, Salerno e la Costiera Amalfitana con alcuni porti della costiera cilentana. Basterà imbarcarsi nei porti di Napoli,Salerno o quelli della costiera per raggiungere i porti di Agropoli,San Marco di Castellabate, Acciaroli, Casalvelino, Pisciotta, Palinuro e Camerota. Ogni estate sono previste solitamente 4 linee, però vi consigliamo di consultare il sito per orari e disponibilità. Il biglietto è acquistabile a bordo o in uno dei punti vendita elencati nel sito www.metrodelmare.com.

La Grotta della Cala si apre presso Marina di Camerota, sulla strada costiera ad est dell’abitato. L’area in prossimità della Grotta della Cala è occupata da un bosco di caducifoglie (Quercus), mentre i versanti montuosi più interni ospitano una foresta di conifere (Pinussylvestris). Particolarmente diffusi sono gli Insettivori (Glis). L’industria litica comprende punte e raschiatoi, in buona parte di tecnica levallois; si tratta molto probabilmente di un Musteriano tipico. La foresta lascia ampi spazi aperti, dominati da piante erbacee (Compositae), e si ritira verso le pendici montuose dell’entroterra, dove l’Uomo caccia in prevalenza il Cervo; questo sarà presente in maggioranza per tutta la sequenza paleolitica successiva. L’industria litica comprende in gran numero bulini, soprattutto su ritocco, dei quali alcuni del tipo noto come “Noailles”; numerose sono anche punte e lame a dorso, con notevole incidenza dei tipi di dimensioni microlitiche.

SINTESI COSA VEDERE

Siti archeologici in località Poggio/Lentiscelle; Goletta “Il Leone di Caprera”; Torri costiere: in totale sono 12; Ruderi del monastero di Sant’Iconio; Punta degli Infreschi; Convento dei Cappuccini; Museo della civiltà contadina; Chiesa di San Daniele Profeta; Chiesa di San Marco; Grotta di San Biagio; Chiesa di Sant’Alfonso; Chiesa di Santa Maria delle Grazie; Santuario di Santa Rosalia; Cappella di Santa Maria ad Martires; Zona panoramica “Cerzulla”; Santuario della SS. Annunziata; Ruderi di Castelluccio; Valle dell’Inferno; Ruderi del Castello Marchesale; Chiesa di San Nicola di Bari; Castello di Montelmo; Grotta sepolcrale

La Grotta e il riparo del Poggio si trovano subito ad est dell’abitato di Marina di Camerota, sulla strada costiera. Complesso da visitare! In origine era un’unica e grande caverna costituita da un’enorme sala e da una sorta di tunnel a volta più bassa, che serviva da drenaggio. Un mare pleistocenico, ha eroso un fianco della grotta, facendo crollare la volta della sala. Il fianco rimasto, aggettante, costituisce il Riparo del Poggio. Come Grotta del Poggio si identifica ciò che resta del “tunnel”, dopo il crollo pleistocenico e dopo lo sbancamento per la costruzione della strada costiera. La sede dell’attiguo Riparo ha in comune con quella della Grotta la sua parte inferiore: vi è continuità di affioramento fra gli strati bassi delle due successioni. Si inizia dunque con il conglomerato marino, sopra al quale si trovano oltre 15 metri di deposito, sempre con contenuto archeologico, più o meno abbondante. La parte inferiore della serie, fino a tutto il livello 18, equivale all’intervallo 3-13 della Grotta: l’industria raccolta, anche se in poca quantità, concorda con quanto è evidente dalla stratigrafia. Al di sopra iniziano le industrie musteriane, che proseguiranno fino a tutto il livello 9.

L’evento principale di Camerota, che si è consolidato nel tempo, è il “Mito Festival” nel mese di agosto. Ha per oggetto la riproposizione epica delle vicende di Ulisse. Si svolge sulla spiaggia in località Mingardo, dinanzi alla Grotta di Marco”. La manifestazione interessa con rappresentazioni anche i centri storici di alcuni paesi e zone archeologiche del circondario. E’ un evento a cui partecipare!

Le feste religiose principali sono la festa del Carmine e quella di San Domenico, quest’ultima è la più importante visto anche il periodo (inizi agosto). Oltre ai riti religiosi, anche i festeggiamenti civile, che si sviluppano con serate riempite da musica e cantanti di notevole fama.

Ma durante il periodo estivo si organizzano anche eventi di vario genere, soprattutto per allietare le serate degli ospiti che preferisono Camerota come meta delle loro vvacanze.

Il territorio di Camerota offre anche molte possibilità di passeggiate, trekking ed escursioni. Esistono diversi itinerari, alcuni di essi si possono addirittura effettuare in sella ad asini (servizio offerto da alcuni agriturismi). Tutte le strutture ricettive presenti nella zona, oltre ai tanti servizi principalmente legati al mare, offrono anche la possibilità di escursioni guidate lungo sentieri, itinerari, etc.

cilento per giovani Marina di Ascea

Qui si stabilirono antichi popoli venuti da lontano.

Luogo di antiche testimonianze storiche, la costa di Velia (Ascea) e la sua marina erano già note nell’antichità per il dolce clima e per le meraviglie delle acque termali.

Mrina di Ascea con le sue lunghe spiagge sabbiose e l’azzurro mare è un rinomato luogo climatico della costa del Cilento.

Dalle poche case di alcuni decenni fa è diventato un moderno e confortevole centro turistico, fornito di moderni setvizi e ricco di tradizioni ancora vive.

Il Comune di Ascea si trova a circa 80 chilometri dall’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita al casello di Battipaglia e proseguendo per la variante S.S. 18 uscita Vallo Scalo.

La Stazione ferroviaria più vicina è quella di Ascea Marina sulla linea ferroviaria  Napoli – Reggi Calabria. Collegamenti giornalieri per Napoli, per Salerno e per Reggio Calabria, ogni giorno, e potenziati durante il periodo estivo.

Il Cilento non è ben servito per quanto riguarda il raggiungimento via aerea. L’aereoporto più vicino è quello di Napoli (Capodichino). Arrivati si può scegliere di raggiungere il Cilento con tutti i mezzi possibili (treno, auto, via mare) in maniera molto semplice. Infatti basta raggiungere la stazione centrale di Napoli, quella di Piazza Garibaldi, che dista dall’aereoporto circa 20 minuti.

Ma c’è anche un altro aeroporto, quello di Salerno-Costa d’Amalfi, ubicato a Pontecagnano e a circa 20 km più a sud di Salerno. Questo aeroporto risulta secondario rispetto a quello di Napoli, ma vi consigliamo comunque di consultare il sito (www.aeroportosalerno.it) per valutare la scelta e verificare la presenza di offerte.

Raggiungere il Cilento via mare nel periodo estivo è molto semplice. Infatti è attivo il servizio “Cilento Blu” che collega i porti di Napoli, Salerno e la Costiera Amalfitana con alcuni porti della costiera cilentana. Basterà imbarcarsi nei porti di Napoli,Salerno o quelli della costiera per raggiungere i porti di Agropoli,San Marco di Castellabate, Acciaroli, Casalvelino, Pisciotta, Palinuro e Camerota. Ogni estate sono previste solitamente 4 linee, però vi consigliamo di consultare il sito per orari e disponibilità. Il biglietto è acquistabile a bordo o in uno dei punti vendita elencati nel sito www.metrodelmare.com.

BREVE SINTESI

Gli scavi di Velia (sito archeologico); Palazzo Alario (Marina di Ascea); Chiesa Madonna del Carmine; Punta Telegrafo con la sua Torre e il Sentiero degli Innamorati; Palazzo Ricci; Portali in pietra; Palazzo villa agricola della Torretta (località Piana); i parchi e i boschi con castagneti, macchia mediterranea, ontani, latifoglie, conifere, eucalipti. Ma l’attrazione principale sono 2: Gli scavi di velia e le spiagge (comode e sabbiose).

Palazzo Alario: edificato all’inizio del 1800.

Chiesa Madonna del Carmine: la chiesa è posta sulla sommità di una collina che spazia sulla valle di Velia.

Torre del telegrafo: torre di avvistamento afcente parte del sistema difensivo realizzato tra il 1500 e il 1600 per difendersi dalle incursioni dei pirati saraceni.

Palazzo Ricci: l’epoca di costruzione del Palazzo Ricci è da indicare ai primi anni del 1800. La scala si svolge su arcate in un lato ed immette su due loggioni. Il cortile è scoperto e su un lato la parete è cieca. Cortile e scala con portone formano una struttura a teatro con cavea, platea e loggioni.

Portali in pietra: importanti portali in pietra selciata ornano diversi portoni.

Palazzo Villa Agricola della Torretta (località Piana): è una struttura del 1400, situata a Velia tra i Vignali e Piano del Pero. Più volte si è pensato di ristrutturarlo ed adibirlo a museo.

Il Sentiero degli Innamorati ad Ascea Marina è uno dei sentieri trekking più amati del Cilento. Un sentiero quasi esclusivamente fatto di gradoni (più che gradini), regala una vista mozzafiato sul Golfo di Velia e Punta del Telegrafo, consentendo di scorgere anche Capo Palinuro. Il Sentiero degli Innamorati si imbocca nei pressi della Scogliera di Marina di Ascea, in località Punta del Telegrafo. Il Sentiero degli Innamorati è stato inaugurato nel 2017 grazie a un’importante opera di riqualificazione del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e del Comune di Ascea. Una passerella in legno che si imbocca presso la Scogliera ne anticipa l’ingresso. L’ingresso del sentiero è visibile grazie ad una insegna ben evidente.

Il sentiero degli Innamorati è di una bellezza unica e si immerge nella macchia mediterranea caratteristica del Cilento, tra sali scendi anche abbastanza impegnativi, per poi regalare viste mozzafiato. Il Sentiero degli Innamorati è lungo circa 2 km e ha un dislivello complessivo di 140 metri. Il sentiero è anticipato, come dicevamo, da ben 12 passerelle e 8 piattaforme in legno che fungono a preservare le dune e la flora della spiaggia della Scogliera di Ascea Marina. Il Sentiero può essere affrontato sia da chi ama il trekking, che dai turisti che vogliano godere di una vista incantevole sul Golfo di Velia. Per giungere in fondo al sentiero sono previste due salite importanti, fatti di gradoni, e relative discese. Sono previsti due punti panoramici, uno per salita. Gli scorci, addentrandosi nella macchia mediterranea del Cilento, sono incantevoli. Quando si giunge in cima però, si resta estasiati da una vista da cartolina.  La meta finale del Sentiero degli Innamorati è la torre saracena, conosciuta come Torre del Telegrafo. Una volta giunti alla meta bisogna fare il percorso a ritroso per poter ritornare di nuovo sulla fantastica spiaggia di Ascea Marina.

Il Comune di Ascea sta pensando a un nuovo tratto per poter chiudere ad anello il percorso degli Innamorati. Modifica che renderebbe ancora più suggestivo il percorso.

L’antica città di Elea, che deriva il suo nome dalla sorgente locale Hyele, fu fondata intorno al 540 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dalla città greca di Focea, nell’attuale Turchia, occupata dai Persiani.

La città, nota nel V sec. soprattutto per le figure di Parmenide e Zenone, fondatori della scuola filosofica eleatica, raggiunge un periodo di grande sviluppo in età ellenistica e in gran parte dell’età romana (fine IV a.C. – V sec. d.C.), quando il suo nome viene modificato in Velia.

Con il Medioevo l’abitato si ritira sull’Acropoli, dove viene costruito un castello. Le strutture architettoniche della città antica sono immerse in una vasta area di macchia mediterranea e di rigogliosi uliveti costituendo uno splendido connubio tra archeologia e natura.

Il percorso di visita, dotato di pannelli didattici, comincia dalla città bassa, dove gran parte degli edifici risalgono all’età ellenistica e romana. Il vialetto d’ingresso costeggia la cinta muraria, lunga 5 km., costruita già nel VI sec a.C.. Davanti alle mura è una necropoli di età imperiale (I –II sec. d.C.) di cui sono visibili sepolture individuali e recinti funerari all’interno dei quali si raccoglievano diverse deposizioni.

L’accesso vero e proprio alla città avviene attraverso Porta Marina Sud che è protetta da una torre quadrangolare di cui è possibile distinguere due fasi costruttive: la prima della prima metà del V sec. a.C. riconoscibile dai blocchi parallelepipedi di arenaria posti nella parte bassa, la seconda, databile al III sec.a.C., per cui sono stati usati blocchi in conglomerato.

Percorrendo via di Porta Marina, a destra si può vedere un edificio pubblico,costituito da un criptoportico a tre bracci, databile all’età età augustea (31 a.C. – 14 d.C., con rifacimenti nel corso del II sec.d.C.) che è stato variamente interpretato come palestra, scuola medica o come un sacello del culto imperiale visto il ritrovamento di numerose erme e statue dedicate a medici locali e di teste ritratto della famiglia imperiale.

L’isolato a sinistra di Porta Marina ha, invece, un carattere abitativo e commerciale ed è costituita da almeno quattro domus di età imperiale. Svoltando a destra si prosegue verso la Masseria Cobellis dove è venuta alla luce un raffinato edificio di carattere pubblico di età medio-imperiale contraddistinto da un impianto scenografico, su due livelli, e da un’accurata ricerca delle simmetrie. Lungo l’asse centrale dell’edificio, infatti, si disponevano un ninfeo e una vasca delimitate da rampe di scale in laterizio e rivestite con lastre marmoree parzialmente conservate.

Ritornando verso Porta Marina si costeggiano due isolati di età ellenistica e tardo – imperiale. Percorrendo la via di Porta Rosa, possiamo visitare le Terme Adrianee (II sec. d.C.) dove sono visibili vari ambienti del calidarium e la sala del frigidarium, decorata da uno splendido mosaico con tessere in bianco e nere che raffigurano animali e mostri marini.

Continuando la salita a destra troviamo, invece, la cosiddetta “agorà” di recente interpretata come un santuario dedicato ad Asclepio, divinità medica e guaritrice, che si distribuisce su almeno tre livelli di cui quello inferiore presenta un ampio corpo rettangolare, circondato su tre lati da un porticato e decorato all’ingresso con una fontana. L’edificio pubblico, datato al II sec. a.C., usufruiva dell’acqua della sorgente Hyele che troviamo più in alto, dove in età ellenistica viene costruito un complesso termale di cui si conservano un ambiente riscaldato in cui sono visibili i sistemi di conduzione del vapore, un’ampia vasca di forma rettangolare per il bagno caldo e un vano per piccole vasche di terracotta, destinate al bagno individuale in posizione seduta.

La via di porta Rosa arriva in una grande gola che permetteva il passaggio verso il Quartiere meridionale non ancora esplorato. Salendo verso l’Acropoli, si trova il più antico abitato di Velia (VI sec. a. C.), di cui sono visibili i resti di abitazione allineate lungo una strada, abbandonato ed obliterato nel V sec. per permettere di costruire edifici pubblici, civili e religiosi.

Sull’acropoli sono parzialmente conservati un teatro, costruito in età romana sui resti di un altro più antico, un tempio. Gli edifici dell’acropoli sono stati danneggiati nel medioevo quando viene costruito un castello. Di questo periodo si conservano la Torre angioina, resti di mura e due chiese, la cappella Palatina e la chiesa di Santa Maria.