Cicerale ha un profilo storico molto interessante. E’ un Comune con superfice pari a circa 41 chilometri quadrati ed è dotata di una frazione denominata Monte Cicerale.
Origine del nome. Latino tardo Cicerale (scil. solum), terreno di ceci, coltivato a ceci, dal lat. cicer (cece), unito al suff. aggettiv. -alis / -ale. La forma Cecerale è dovuta all’oscillazione fonetica e/i.
Cicerale : profilo storico. Approfondiamo l’argomento.
Sebbene il toponimo Cicerale sia di formazione tardo antica, del centro abitato non si hanno notizie prima del XV secolo.
Il suo territorio, come quello pertinente al vicino paese di Motne, ricadeva in epoca longobarda nel gasgaldato di Lucania. Così come più tardi, in epoca normanna, fece parte della Contea di Capaccio.
Il villaggio di Cicerale si formò certamente in epoca sveva o, quantomeno, nella prima età angioina. Dal momento che il rilevamento statistico del 1489-90, posteriore di solo qualche decennio alla data della prima attestazione del centro, indica nel sito una presenza di 471 abitanti. Questi erano divisi in 94 fuochi. Ma cos’è un fuoco? Nei censimenti della popolazione attuati nel regno di Napoli, il fuoco, indicava il complesso di nucleo familiare, che nel suo insieme era sottoposto a tassazione. Tale numero di fuochi che, vista la data e i luoghi, è troppo alto perché possa lasciar credere ad una più recente formazione del villaggio.
Questo, dunque, è menzionato solo nel 1461. Quando sappiamo che il re Ferdinando I d’Aragona (1458-1494) lo tolse insieme ad Aquavella, Porcili (Stella Cilento), Guarrazzano, S. Giovanni, Giungano e Convingenti alla famiglia Capano. Per assegnare questi villaggi ai Sanseverino. Costoro, dal canto loro, poco dopo concessero ai Gentilcore baroni di Corbella, come ai loro suffeudatari, Cicerale. Compreso il vicino centro abitato di Monte. Riservandosi la sola giurisdizione criminale sui vassalli di Cicerale.
Dopo il 1507 la situazione fu riconfermata. E solo posteriormente alla ribellione del Principe Ferrante Sanseverino (1552) i Gentilcore acquistarono la giurisdizione criminale su Cicerale dalla Regia Curia.
Il villaggio ricadde al Regio Demanio nel 1566. Ma ritornò ben presto ai Gentilcore, dei quali è particolarmente ricordato Giacomo, barone dal 1574 al 1602. Egli fhe fece costruire il locale palazzo feudale e promosse a sue spese l’edificazione di un convento di monaci agostiniani.
Cicerale passò poi per matrimonio ai Carafa (1636). Successivamente ai Carafa Primicile (1652). Ed, infine, ai Primicile (1715), che lo tennero fino all’eversione della feudalità (1806). Quest’ultima è intesa come insieme di provvedimenti adottati dai Francesi durante il decennio 1806-1815 in cui occuparono il Regno di Napoli e coi quali modificarono la distribuzione della proprietà fondiaria.
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