Site icon CilentoShop.it

Aspetti geologici di Rofrano

Aspetti geologici di Rofrano

Aspetti geologici di Rofrano

Aspetti geologici di Rofrano, un paese del Basso Cilento con tante peculiarità.

Nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si trova il piccolo Comune di Rofrano, tra le alture del Monte Cervati. Il centro abitato cilentano ha antiche origini. il nucleo intorno al quale si è poi sviluppato il Comune di Rofrano risale intorno all’anno Mille, sorgendo nei pressi di strutture religiose che ospitavano una comunità di monaci Basiliani. Il Comune di Rofrano è ricchissimo di richiami naturalistici. Come per esempio Fosso di Pruno e Raia del Pedale. Le pendici del monte Centaurino e il letto del fiume Faraone. Posti in cui regna la natura incontaminata, immutabile e immutata da millenni.

Dopo un breve cenno vediamo gli aspetti geologici di Rofrano.

Questo ambito territoriale, sotto l’aspetto geologico, rientra nel settore meridionale della cosiddetta Provincia morfo-strutturale del Cilento. E nell’ambito della Regione geo-tettonica Campano-lucana costituisce un segmento singolare ben individuato. Cioè avente la forma di un tozzo promontorio prevalentemente montagnoso. Quest’ultimo limitato a Nord e ad Est da depressioni morfotettoniche (rispettivamente la Piana del Sele e il Vallo di Diano). E a Sud e ad Ovest dal Mar Tirreno.

Nel Cilento sono rappresentate le principali Unità lito-stratigrafiche costituenti la porzione più meridionale e più interna dell’Appennino Campano-lucano. Quali:

L’attuale assetto geo-strutturale di queste successioni è il risultato delle fasi tettoniche compressive e traslative verificatesi tra il Tortoniano ed il Pleistocene Inferiore. Che hanno condotto alla formazione di un sistema “duplex”. Nel quale le unità più interne hanno ricoperto unità strutturali derivate dalla deformazione di domini più esterni, fino all’Avampaese Apulo.

Nell’Arco Campano-lucano, e quindi, nel Cilento, le fasi compressive sembrano essere cessate nel corso del Pleistocene Inferiore. E sostituite da movimenti orizzontali di transcorrenza sinistra. In combinazione o in alternanza con movimenti verticali a scala regionale.

Sulle Unità descritte poggiano, in discordanza ed in modo discontinuo, depositi clastici del Quaternario. Essi riempiono le principali depressioni strutturali (Vallo di Diano, Piana del Sele e Golfo di Policastro). Le cui età vanno dal Pleistocene Inferiore all’Olocene.

La combinazione dell’attività tettonica descritta e dell’azione di denudazione, agente sui paesaggi in fase di progressiva emersione, ha condotto al disegno generale della Provincia morfo-strutturale del Cilento. In particolare caratterizzato da grandi elementi morfo-strutturali.

Aspetti geologici di Rofrano. Ma più in generale in riferimento al quadro geologico cilentano sopra esposto, nella zona d’interesse, affiorano terreni che possono essere riferiti alle tre successioni lito-stratigrafiche principali di seguito elencate:

Per una più dettagliata conoscenza dei caratteri litologici e stratigrafici di tali successioni, di sotto ne vengono riportati gli elementi essenziali e più significativi.

Successioni flyscioidi “cilentane”, appartenenti al Gruppo delle Unità Interne. In particolare le successioni fliscioidi di natura pelitica e subordinatamente calcareo-silico-clastica.

Successioni carbonatiche dell’Unità M.te Bulgheria.
Nella parte alta dei calcari a crinoidi, si intercalano poi delle marne. Al di sopra di questa formazione del Lias sup. veniva riconosciuto un Titonico trasgressivo, con Ellipsactinie, facente passaggio verso l’alto ai calcari cretacei.
In particolare una prima stratigrafia dettagliata riporta dal basso le seguenti formazioni:

Le conoscenze di geologia regionale finora acquisite attribuiscono le successioni descritte alla evoluzione tettonico-sedimentaria del margine più interno della Piattaforma Campano-lucana, con facies sedimentarie di scarpata, di periscogliera fino a facies più francamente di bacino profondo (come risulta dalla Carta geologica del Comprensorio del M.te Bulgheria-Medio Mingardo).

L’assetto strutturale del massiccio del Monte Bulgheria è caratterizzato da una piega coricata a vergenza Nord e con asse Est-Ovest che a luoghi prende la forma di piega-faglia, accavallandosi lungo il bordo settentrionale alle sequenze terrigene mioceniche. L’ampia piega originaria, parzialmente conservata solo lungo il fronte settentrionale, è stata disarticolata da faglie dirette che hanno ribassato la struttura verso Sud.

Successioni della copertura detritico-colluviale quaternaria
Tra i terreni quaternari quelli che hanno una maggiore estensione ed una maggiore importanza sono i Conglomerati della Formazione di Centola s.l..
Questi depositi possono essere attribuiti per correlazioni geomorfologiche al Pliocene Superiore-Pleistocene Inferiore. Ovvero ad una delle prime fasi glaciali che hanno interessato questo settore dell’Appennino Meridionale.

I terreni della copertura detritica più antichi presenti nell’area sono costituiti da detriti calcarei cementati, informalmente denominati “Brecce di Poderia”. E sono composti da corpi detritici stratoidi amalgamati in forma di conoidi antiche anastomizzate. E di falde detritiche al piede del versante calcareo settentrionale del M.te Bulgheria e del relativo piedimonte, fino al fondovalle del fiume Mingardo.
Affiorano tra San Giovanni a Piro e San Severino e presentano uno spessore fino a trenta metri, essi possono essere attribuiti cronologicamente al Pleistocene Medio.

Sovrapposti ai precedenti e di età più recente sono presenti, sempre lungo la fascia pedemontana di M.te Bulgheria, detriti calcarei sciolti. Questi differenziabili in ragione della maggiore o minore presenza di matrice argillosa.

Accumuli di frana antichi, recenti ed attuali ricoprono poi i versanti collinari, alternati agli accumuli colluviali che colmano le depressioni topografiche sul substrato e sui detriti calcarei cementati e sciolti.
Nelle valli a fondo concavo dell’altopiano del monte Bulgheria sono presenti accumuli colluviali provenienti da antiche coperture piroclastiche cineritiche pedigenizzate e variamente miscelate con i prodotti di alterazione in situ dei calcari.
Parte di questi accumuli colluviali lungo il versante occidentale di M.te Capitenali risultano storici ed anche posteriori agli insediamenti lucani del IV secolo a.C.
Gli elementi essenziali della geologia del Comprensorio Bulgheria-Medio Mingardo sono stati riportati sulla Carta Geologica del Comprensorio. In questo ambito trovano collocazione, in particolare, anche gli aspetti geologici di Rofrano.

Di seguito si specificherà un ultimo aspetto relativo agli aspetti geologici di Rofrano. In particolare gli elementi morfologici significativi del Settore di Rofrano. Ecco quali sono:

Vediamo un ultima cosa in merito agli aspetti geologici di Rofrano. I dislivelli, comunque, sono molto significativi, superando di norma i 500 metri.

Se sei interessato ad altre informazioni utili visita il nostro portale (www.cilentoshop.it). Troverai altri articoli riguardanti Rofrano. Oppure sulle altre località del Cilento.

Per restare aggiornato seguici anche sui nostri social. Visita la nostra pagina Facebook Instagram. Per soddisfare la tua curiosità puoi guardare anche i video sul nostro canale Youtube!

Exit mobile version