Aspetti geologici di Pisciotta
Aspetti geologici di Pisciotta

Aspetti geologici di Pisciotta

Aspetti geologici di Pisciotta, un paese costiero del Basso Cilento con tante peculiarità.

Il comune di Pisciotta è ubicato nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, a circa 100 km a sud di Salerno. L’abitato si è inizialmente sviluppato intorno alla cima di un modesto e ripido rilievo collinare prospiciente il mar Tirreno. In corrispondenza del versante meridionale del Monte Tartara, tra le quote 180 e 225 m.s.l.m., sui cui fianchi scorrono i torrenti Fiori e Macario.

Le foci dei due corsi d’acqua delimitano più a valle la minuscola frazione di Marina di Pisciotta, sul litorale sottostante. Essa è distante circa tre km dal centro abitato.

A circa cinque chilometri da quest’ultimo, in direzione di Palinuro, si è sviluppata invece la frazione Caprioli, priva di un vero e proprio centro urbano. Infatti è composta di diversi borghi sparsi su un’area relativamente vasta. Caprioli in particolare si sviluppa dal mare (Valle di Marco e Fornace) verso l’interno (Villa Verde e Pedali).

Infine la frazione interna di Rodio, posta a nord rispetto il centro abitato del Capoluogo, e distante circa 10 km da esso.

Pisciotta è un borgo che domina la vista sul litorale ed è caratterizzato da immensi e maestosi uliveti. Ecco le peculiarità: mare, natura, gastronomia, tradizioni. Ottimi presupposti per la scelta delle vostre vacanze, o magari per una toccata e fuga.

Ma vediamo gli aspetti geologici di Pisciotta.

Dal punto di vista geologico generale, l’area in esame è rappresentata nel Foglio 209 “Vallo della Lucania” della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000.

I terreni affioranti in questa area riguardano la potente serie terrigena da tempo descritta in letteratura con la denominazione di flysch del Cilento. Essa rappresenta un flysch di età Mesozoica Terziaria di posizione paleogeografica interna, accavallato tettonicamente sui terreni calcareo-dolomitici di piattaforma non affioranti nel territorio comunale. La sua età è più antica dell’inizio della tettogenesi appenninica ed i suoi sedimenti si sono accumulati in un bacino di mare profondo con meccanismi deposizionali del tipo “nuvole di torbida”.

Ciò ha dato luogo alla formazione di strutture gradate granulometricamente, sia nell’ambito dei singoli strati sia nell’intera successione. Abbiamo quindi alternanze di argille, siltiti, marne ed arenarie ricche di materiali del tipo quarzo-feldspati-miche. Tali terreni rappresentano, nel loro insieme, l’elemento tettonico totalmente alloctono più elevato dell’Appennino meridionale.

Aspetti geologici di Pisciotta, entriamo più nel dettaglio.

Il flysch del Cilento è costituito da tre formazioni: Formazione di Ascea o Santa Venere, Formazione di Pollica e Formazione di San Mauro.

La formazione di Ascea, ben comparabile con i termini di passaggio tra la formazione delle Crete Nere e la formazione del Saraceno (Selli, 1962) al confine calabro-lucano, fu accorpata nelle unità Liguridi SS (Ogniben, 1965). Recenti acquisizioni a livello regionale, con il riassetto crono stratigrafico del flysch del Cilento, hanno permesso di inserirla nell’unità Nord Calabrese (Bonardi, 1988), mentre le formazioni di S. Mauro e Pollica sono state inglobate nel termine “Gruppo del Cilento” di età Burdigaliano-Langhiano insieme alla formazione di Albidona (Amore et al., 1988; Bonardi et al., 1988), in discordanza angolare su un substrato deformato costituito dalla formazione di S. Venere (Mesozoica-Terziaria) dell’Unità Nord Calabrese, sovrapposta a sua volta alla piattaforma Campano-Lucana.

La “Formazione di Ascea”, anche nota come delle Crete Nere e del Saraceno, è una successione pelitico-argillosa di circa 1000 m che presenta un aumento dei termini più grossolani alla sua sommità. Essa si presenta prevalentemente di colore grigio plumbeo, fittamente stratificata e con pieghe a piccolo raggio che testimoniano le fasi tettoniche subite.

Nel nostro settore è possibile distinguere la seguente sequenza litologica:

  • alternanze fittamente stratificate di argilliti brune e grigie ed arenarie in strati e straterelli, fratturate e poco deformate (Form. Del Saraceno);
  • alternanze stratificate di argilliti e strati calcarenitici prevalenti, con qualche livello marnoso (Form.delle crete nere membro litoide);
  • successione litologica fortemente deformata con argilliti grigio piombo (giallastre in superficie); strati calcarenitici e marnosi scompaginati ed inclusioni lentiformi calciruditiche (Flysh miocenico dei calcari);
  • successione litologica molto deformata con argilliti sovraconsolidate scagliettate e calcareniti in strati e straterelli molto fratturati (Form.delle crete nere membro argillitico).
  • Al di sopra di esse si ritrovano litotipi appartenenti alla copertura superficiale, definiti come segue: Coperture detritiche di versante quaternarie e\o depositi trasgressivi legati a variazioni glacio – eustatiche del livello del mare. Tali terreni, dalla struttura caotica e disordinata, sono costituiti da sabbie limose con scheletro grossolano eterometrico, con frammenti lapidei spigolosi in parte alterati e caoticamente inglobati.

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