Alici di Menaica : Un laboratorio di Arte e Sapore
I prodotti di Alici di Menaica di Marino Donatella sono lavorati per continuare una storia iniziata secoli fa. Con amore e passione per la tradizione danno nuova vita agli antichi sapori.
La storia delle Alici di Menaica di Marino Donatella
Le reti per la pesca delle Alici di Menaica sono quelle a maglie larghe per catturare solo i pesci adulti, le stesse che usavano i greci. Vittorio è nato nel borgo di Pisciotta e ha imparato ad usarle fin da bambino. Usciva con il nonno a pescare e imparò a gioire ben presto dei frutti del mare: ogni volta che la pesca era abbondante il “suo sangue si rinnovava”.
Vittorio cresceva a pane e alici e maturava intelligenza e determinazione al sole cilentano. Si innamorò di Donatella, diplomata e brillante. La famiglia di lei non appoggiava questo legame e, i due giovani innamorati e testardi nell’89 si sposarono lo stesso, e andarono a vivere in Trentino, ad Ala. Lavoravano senza sosta, lui in una industria tessile si affermò ben presto tra i migliori operai in odore di carriera, lei fondò il primo asilo nido del paesino trentino. Erano sulla strada del successo. Nacque il primo figlio, Marco, erano felici, ma non del tutto. Mancava il mare, mancava l’odore delle alici fresche appena pescate, mancava il sole cilentano. Mancava un “po’ tanto”, per essere davvero felici.
Nel 1991 ritornarono a Pisciotta e ricominciarono dal negozio di alimentari della famiglia di lei, rilevarono un ulteriore negozio e poi aprirono, in un antico magazzeno sul porticciolo di Pisciotta Marina, il ristorante “A Tartana”.
Vittorio riprese la sua amata pesca con la Menaica e le alici diventarono una delle specialità principali del loro ristorante. La “voce” di questa eccellenza servita alla “A Tartana” travalicò i confini cilentani, arrivò a Vito Puglia e a Carlo Petrini, rispettivamente Presidente Regionale e Presidente Nazionale di Slow Food. Puglia e Petrini andarono a fare visita al ristorante “A Tartana”. Correva l’anno 2000. Il racconto della loro visita è straordinario, e molto significativo: Carlo Petrini assaggiò le alici di Menaica sulla bruschetta e alla degustazione fece seguire un lungo, preoccupante silenzio; alzò gli occhi severo e chiese: “perché ve le dovete mangiare solo voi?”
E così nel 2001 le alici di Menaica diventarono il primo Presidio Slow Food della regione Campania, presidio fortemente voluto e promosso dall’allora sindaco di Pollica, il compianto sindaco pescatore Angelo Vassallo.
Le alici di Menaica richiedono molto impegno e tanta dedizione, nel 2012 il ristorante venne chiuso e sostituito completamente dal laboratorio di trasformazione e vendita delle Alici di Menaica.Donatella e Vittorio riprendono daccapo più volte, ricoprono più ruoli durante il loro avvincente percorso di vita: pescatori cilentani, operaio e direttrice di asilo, negozianti e poi ristoratori e poi di nuovo pescatori. Di fatto, imprenditori, artefici del loro destino a dispetto di tante difficoltà, protagonisti di tante battaglie. Lotte prioritarie, sanguigne, fondamentali: prima di tutto per la tutela del loro mestiere, della loro tipicità e del loro essere custodi di un sapere millenario.
Oggi, con il supporto e l’aiuto dei loro due amatissimi figli, Marco e Serena, portano avanti il proprio sogno, con una nuova struttura a San Marco di Castellabate nella quale, attingendo dalla tradizione, lavorano anche piccole quantità diTonno Alalunga,Tonnetto Alletterato, Sgombro eTonno Pinna Gialla.
Tratto da: Storie di PiantaGrani“Perché ve le dovete mangiare solo voi?”di Loredana Parisi